Il caso del piccolo Allen, scomparso venerdì scorso nel camping “Por la Mar” a Latte di Ventimiglia, ha preso una nuova svolta con l’iscrizione nel registro degli indagati di Pierluigi Dellano, 63 anni, residente in zona. E’ accusato di omissione di soccorso dopo aver visto il bambino poco dopo la sua fuga dal campeggio, senza intervenire per garantirne la sicurezza. Le autorità stanno ancora approfondendo i fatti accaduti quelle 36 ore durante le quali il bimbo è rimasto solo in un’area boschiva.
La scomparsa del bambino e il racconto di Pierluigi Dellano
Allen è sparito poco prima delle 20 di venerdì scorso mentre il padre stava montando la tenda nel campeggio situato a Latte, frazione di Ventimiglia. Secondo alcune testimonianze, il bambino avrebbe attraversato la strada Aurelia e si sarebbe diretto verso una via privata, conducente alla villa di Pierluigi Dellano. L’uomo ha riconosciuto Allen e ha raccontato di averlo accompagnato fino a un bivio, ma il bambino avrebbe continuato a cercare il padre e alla fine gli sarebbe sfuggito di mano.
La versione iniziale fornita a vigili del fuoco e forze dell’ordine ha generato sospetti. Anziché allertare subito i carabinieri o restare con il bambino, Dellano non ha avvertito nessuno della presenza del minore. Questo comportamento ha sollevato dubbi sull’effettiva responsabilità e tempestività dei soccorsi.
Le indagini e la decisione della procura di Imperia
Il primo sospetto su Dellano era un possibile abbandono di minore, ma la Procura di Imperia ha cambiato pista accogliendo la relazione dei carabinieri, che hanno indagato scrupolosamente su quello che è accaduto dopo il ritrovamento del bambino. Ora è ipotizzato il reato di omissione di soccorso, più grave rispetto all’abbandono.
L’accusa non si concentra tanto sulle piccole ferite riportate da Allen, che ha passato 36 ore senza assistenza, ma sul fatto che un adulto avesse la possibilità di aiutarlo e invece lo abbia lasciato andare via da solo. L’atteggiamento di Dellano ha reso più difficili e pericolose le ricerche, allungando il tempo in cui il bambino è rimasto esposto a rischi nella natura.
Il ritrovamento del piccolo Allen e le sue condizioni di salute
Dopo 36 ore, Allen è stato individuato da tre volontari della protezione civile di Pompeiana, nascosto in un angolo tra la vegetazione, sotto un pilone di cemento. I soccorritori lo hanno subito portato all’ospedale di Imperia, dove è rimasto sotto osservazione nel reparto Pediatria.
Nonostante la lunga assenza di cibo e acqua, le condizioni generali del bambino sono risultate stabili e compatibili con la sua giovane età. I medici hanno dichiarato che il piccolo Allen ha superato tutti i controlli sanitari precedenti alla dimissione, avvenuta intorno a mezzogiorno di oggi. Adesso potrà tornare a Torino, città dove risiede con la famiglia. I genitori Bernardo e Barbara sono rimasti al suo fianco durante la degenza, così come la sorella Bea.
Cosa prevede la legge sull’omissione di soccorso e le implicazioni del caso
L’omissione di soccorso prevede sanzioni severe per chi, trovandosi in presenza di una persona in pericolo, non interviene o non chiama i soccorsi. In questo caso, è la stessa presenza di un bambino piccolo, trovato in stato di abbandono, che aggrava la responsabilità. Le autorità vogliono verificare se Dellano avrebbe potuto evitare quel lungo periodo di solitudine.
Il procedimento penale nei confronti dell’uomo è aperto, ma è ancora da valutare come si svolgeranno i prossimi passaggi investigativi. I risultati delle verifiche dei carabinieri e le testimonianze raccolte saranno decisivi per stabilire la posizione processuale di Dellano.
Il caso di Allen ha richiamato l’attenzione sulle responsabilità civiche e penali di chi si trova a osservare situazioni di potenziale pericolo per i minori. Va ricordato il ruolo cruciale della velocità e della precisione nelle prime fasi di un’emergenza, soprattutto quando coinvolge un bambino rimasto solo al buio di un bosco, fuori dal suo ambiente familiare.