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Mosca replica alle minacce di trump su sanzioni secondarie agli alleati della russia in 50 giorni

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Le recenti dichiarazioni del presidente americano Donald trump sulle sanzioni secondarie verso gli alleati della russia hanno suscitato una risposta immediata da mosca. Il vicepresidente della Duma, Konstantin Kossacyov, ha ritenuto le parole di trump insufficienti e poco concrete, definendo la minaccia un calcolo economicamente sbilanciato a favore degli Stati uniti. Il clima resta teso mentre la guerra in Ucraina continua a influenzare le relazioni internazionali.

La reazione di mosca alle dichiarazioni di trump sulle sanzioni economiche

La risposta di Konstantin Kossacyov alle parole di trump è stata netta e si è diffusa tramite il suo canale Telegram in data recente. Ha definito le minacce del presidente americano come “tanto fumo e poco arrosto”, sottolineando l’incertezza che caratterizza la situazione sul terreno ucraino e nel contesto politico della NATO e degli Stati uniti. Secondo Kossacyov, il periodo di 50 giorni indicato da trump è troppo breve per prevedere sviluppi stabili e concreti, visto che “quante cose possono cambiare sul campo di battaglia e negli umori dei leader”.

Difficoltà di mosca nel considerare affidabili le imposizioni americane

Questa osservazione mette in luce le difficoltà di mosca nel considerare affidabili le imposizioni americane, soprattutto perché condizionate da dinamiche militari e diplomatiche in rapido mutamento. La difesa russa punta a ridimensionare la forza della minaccia statunitense, presentandola come una leva politica destinata a influenzare più gli alleati che la russia stessa.

Implicazioni economiche per l’europa e il ruolo degli Stati uniti

Kossacyov ha inoltre affrontato il tema dei costi e delle conseguenze economiche per i paesi europei, in merito agli armamenti forniti a Ucraina con il sostegno di Washington. A suo giudizio, gli stati europei “dovranno sborsare e sborsare”, interrompendo quella che definisce “una trappola per topi”, ovvero il meccanismo di aiuti apparentemente gratuiti ma condizionati a costi successivi.

Vantaggi per il complesso militare-industriale degli Stati uniti

Questa dinamica, secondo il vicepresidente della Duma, avvantaggia esclusivamente il complesso militare-industriale degli Stati uniti, che vede crescere in modo diretto i propri guadagni grazie alle forniture di armi e materiali bellici. Il nodo economico viene quindi posto come elemento chiave nella strategia americana, con l’Europa protagonista di un percorso di sostegno a Ucraina che comporta spese rilevanti e impegni a lungo termine difficili da rifiutare.

Prospettive per il conflitto in ucraina secondo la duma di mosca

Nel commento finale, Kossacyov ha espresso una visione pessimista per la resistenza ucraina, affermando che a Kiev “non resta che continuare a combattere fino all’ultimo ucraino”. Questa affermazione mette in evidenza la posizione russa, che interpreta l’impegno militare di Ucraina come una scelta da cui non si può tornare indietro.

La visione russa sulla crisi ucraina

La frase sintetizza il punto di vista di mosca riguardo alla crisi, dove il conflitto si protrae senza segni di avvicinamento a una pace duratura. La determinazione ucraina a continuare la lotta alimenta una logica di logoramento, con conseguenze umane di alto impatto. Il riferimento a un destino “scelto” indica anche che nella visione russa la responsabilità della prosecuzione della guerra sia attribuibile principalmente alle autorità di Kiev.

Di fatto, questo approccio rigido evidenzia quanto la crisi rimanga uno dei nodi principali nelle relazioni tra russia, Europa e Stati uniti, con prospettive di soluzione lontane e conflitti diplomatici destinati a incrementarsi nei prossimi mesi.

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