La rotta migratoria attraverso il mediterraneo centrale continua a presentare numeri drammatici nel 2025. Un ultimo rapporto dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni , diffuso da Tunisi il 14 luglio, mette in luce la quantità di vittime e dispersi lungo questo percorso utilizzato da tanti migranti diretti verso l’Europa. Il rapporto fornisce dati consolidati fino al 12 luglio, aggiornando così la situazione umanitaria e i flussi in mare.
Numero dei migranti morti e dispersi nel mediterraneo centrale
Nelle prime sette mesi del 2025 almeno 317 persone sono morte tentando di attraversare il mediterraneo centrale. Lo stesso aggiornamento dell’Oim segnala 286 migranti come dispersi nello stesso arco temporale. Questi numeri testimoniano la gravità e la pericolosità della traversata, spesso affrontata in imbarcazioni precarie e senza supporto adeguato. Il bilancio di vittime indica una situazione che non accenna a migliorare rispetto agli anni pregressi, rendendo chiaro il rischio concreto che corrono molti migranti in cerca di una vita migliore.
Il rischio crescente per i migranti
La situazione si complica perché il numero dei dispersi, soggetti ai continui aggiornamenti, potrebbe aumentare con il protrarsi delle ricerche in mare. Questi dati rappresentano solo una parte del fenomeno migratorio che interessa la zona del mediterraneo centrale, dove il contrabbando e la precarietà delle rotte aumentano la vulnerabilità dei migranti.
Migranti intercettati e riportati in libia: caratteristiche e numeri
Sempre dal rapporto Oim emerge che nel periodo considerato 12.338 persone sono state intercettate in mare e riportate in Libia. Tra queste, la maggioranza, 10.653, sono uomini. Le donne contano 1.136, mentre 404 minori sono stati ricondotti sulle coste libiche. Sono inoltre 145 gli individui per cui non sono disponibili dati sul genere. Queste cifre aiutano a comprendere la composizione demografica dei flussi migratori che coinvolgono la Libia, punto di passaggio cruciale e tragico per molti migranti.
Aspetti controversi dell’intercettazione in mare
L’intercettazione in mare e il respingimento in Libia sono considerati aspetti controversi dagli organismi internazionali, in quanto i centri di detenzione libici spesso non offrono condizioni accettabili dal punto di vista dei diritti umani. Questo fenomeno aggiunge un ulteriore elemento di criticità a un quadro già segnato da sofferenze e pericoli.
Impatto umanitario e contesto regionale
La rotta del mediterraneo centrale si conferma una delle più letali per i migranti nel 2025. La situazione in Libia e nei paesi limitrofi, con instabilità politica e condizioni di sicurezza fragili, accentua i rischi associati alla traversata. I numeri forniti dall’Oim sottolineano la necessità di attenzione continua da parte delle organizzazioni internazionali e degli stati europei coinvolti nella gestione dei flussi migratori.
Oltre alle morti e ai dispersi, le condizioni di detenzione in Libia e le difficoltà di accesso a protezione e assistenza sanitaria rappresentano emergenze che le istituzioni internazionali sollecitano da tempo. L’aggiornamento dell’Oim evidenzia come la situazione nel mediterraneo centrale non si sia alleviata e richieda protocolli di intervento più efficaci per prevenire ulteriori tragedie in mare.