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Il ministro degli affari esteri egiziano denuncia il blocco degli aiuti umanitari a gaza nonostante l’accordo con l’ue

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Il ministro degli Affari Esteri dell’Egitto, Badr Abdelatty, ha espresso un netto disappunto riguardo alla mancata applicazione pratica dell’intesa fra Unione europea e Israele sulla consegna degli aiuti umanitari alla striscia di Gaza. Parlando a Bruxelles in occasione della ministeriale Ue-vicinato meridionale, Abdelatty ha illustrato una situazione umanitaria critica, aggravata da ostacoli sul terreno che impediscono il passaggio del supporto necessario ai civili.

La critica di badr abdelatty sulla situazione a gaza

Il ministro ha descritto come “orribile” la condizione in cui versa Gaza, dove la violenza e la penuria di risorse mettono a rischio la vita di molti. Secondo le sue parole, ogni giorno oltre cento persone perdono la vita semplicemente cercando di accedere agli aiuti. Questo dato, che mette in luce una gravità senza precedenti, si traduce in una crisi con impatti diretti e devastanti sulla popolazione civile.

Un appello alla comunità internazionale

Abdelatty ha sottolineato come questa realtà rappresenti una profonda vergogna per la comunità internazionale. Ha rimarcato l’urgenza di agire con chiarezza, evidenziando davanti ai rappresentanti europei il divario tra gli accordi diplomatici e la realtà vissuta sul campo. “Questo appello, forte e diretto, intende spingere i partner europei ad assumersi una responsabilità più concreta in termini di pressione diplomatica e di intervenção pratica.”

La ministeriale ue-vicinato meridionale a bruxelles e le tensioni diplomatiche

La riunione ministeriale che ha riunito i rappresentanti degli affari esteri dell’Unione europea e dei paesi del vicinato meridionale si è rivelata un momento teso, in cui le questioni di sicurezza e assistenza umanitaria si sono intrecciate a un clima di crescente preoccupazione. L’Egitto, tramite la voce del suo ministro, ha voluto mettere in evidenza il fallimento nell’attuazione di un accordo cruciale per il soccorso alla popolazione di Gaza.

Ai partecipanti è stato ricordato che, nonostante le intese formalmente siglate, la realtà sul terreno non è cambiata per chi soffre quotidianamente la mancanza di beni essenziali. Nel contesto internazionale, queste dichiarazioni rappresentano un forte richiamo a non sottovalutare le conseguenze umane dei ritardi burocratici o politici che bloccano gli aiuti.

Una minaccia concreta alla sicurezza umanitaria

Le tensioni diplomatiche hanno accentuato il senso di urgenza: “La continua paralisi degli aiuti mette in pericolo non solo la sopravvivenza immediata dei civili, ma anche la stabilità regionale.”

I rischi per i civili e le vittime durante la crisi di gaza

Il riferimento a oltre cento persone uccise al giorno mentre tentano di ricevere gli aiuti è un indicatore drammatico dell’entità della crisi. La zona di Gaza è al centro di uno scontro che spesso coinvolge in modo diretto la popolazione civile, esposta a pericoli continui. La difficoltà nell’accesso a viveri, medicinali e altre forme di assistenza alimenta un’emergenza umanitaria con effetti a lungo termine.

Testimonianze e dati sul campo

Il monitoraggio sul campo, così come le testimonianze raccolte dall’Egitto e da altre fonti internazionali, evidenziano situazioni in cui la logistica e la sicurezza impediscono l’arrivo degli aiuti. Questa condizione alimenta una spirale di sofferenza, che si traduce in vittime e in un peggioramento del quadro sanitario e sociale.

Il richiamo lanciato dal ministro degli Affari Esteri egiziano richiama l’attenzione sulla necessità di ripensare le modalità di intervento e di garantire corridoi sicuri per l’assistenza, al fine di ridurre il numero di vittime tra i civili e garantire un presidio minimo di dignità e supporto alle popolazioni colpite.

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