L’Unione europea ha in programma nuove misure commerciali per rispondere ai dazi imposti dagli Stati Uniti su acciaio e alluminio. Dopo aver approvato e sospeso un pacchetto da 21 miliardi di euro e avere avviato contromisure per circa 72 miliardi contro le tariffe di Donald Trump, la Commissione europea considera un terzo intervento. Questo includerebbe limitazioni all’esportazione di alcuni prodotti, con un focus particolare sui rottami di alluminio. La fase politica resta aperta ma la presidenza von der Leyen ha ottenuto un via libero preliminare dai rappresentanti degli Stati membri.
Terzo pacchetto di restrizioni sulle esportazioni e il caso specifico dei rottami di alluminio
La Commissione Ue sta valutando un insieme di misure che potrebbe prevedere la restrizione delle esportazioni di determinati beni verso gli Stati Uniti. Tra gli esempi più significativi compare il limite sulle esportazioni europee di rottami di alluminio, materia prima fondamentale per l’industria americana. Questo provvedimento emergerebbe come una contromossa diretta alle tariffe americane, cercando di colpire un settore strategico. La rinvio del pacchetto da 21 miliardi, già approvato e temporaneamente bloccato, non ha fermato la possibilità di ulteriori risposte. L’ipotesi è stata discussa nel Coreper, l’organo che riunisce gli ambasciatori dei 27 Stati membri, e ha ricevuto un’attenzione positiva soprattutto da parte della presidente von der Leyen.
Equilibrio delicato e impatti sull’industria
Il confronto diplomatico rimane delicato, soprattutto considerando le ripercussioni sull’industria dell’acciaio e dell’alluminio, settori che in Europa coinvolgono migliaia di lavoratori. Limitare l’esportazione di rottami potrebbe impattare i produttori che rivendono queste materie prime, complicando un equilibrio già instabile. La Commissione intende comunque porsi come interlocutore coerente e compatto per dare segnali precisi a Washington. La fase esplorativa continuerà nei prossimi giorni con possibili aggiustamenti e consultazioni interne.
Coordinamento con partner globali per una risposta comune ai dazi
Durante la riunione del Coreper, la presidente von der Leyen ha sottolineato l’importanza di unire le forze con altri paesi partner dell’Unione europea. Stati come Giappone, Canada, alcuni paesi dell’America Latina e Corea del Sud sono citati come possibili alleati nelle strategie contro le misure commerciali americane. L’obiettivo è costruire un fronte condiviso e aumentare così la pressione diplomatica su Washington.
Questa politica mira a rafforzare la posizione negoziale dell’Ue, evitando azioni unilaterali che potrebbero risultare controproducenti per il commercio globale. Sono in corso contatti e discussioni informali tra rappresentanti dei paesi interessati, che potrebbero portare alla presentazione di un fronte comune anche in sedi internazionali come l’Organizzazione mondiale del commercio. Il coordinamento internazionale è visto come un elemento chiave per bilanciare la situazione e minimizzare effetti negativi per tutte le economie coinvolte.
Apertura al dialogo e prospettive transatlantiche
La Commissione europea intende mantenere un dialogo aperto, raccogliendo opinioni e valutazioni per calibrare al meglio le prossime mosse. Le relazioni transatlantiche, già complesse, potrebbero subire nuovi scossoni ma l’azione coordinata potrà offrire maggior solidità nelle trattative.
Aggiornamenti sul pacchetto di contromisure da 72 miliardi e il confronto politico in corso
Il secondo pacchetto di contromisure europee, stimato intorno ai 72 miliardi di euro, resta ancora in fase di approvazione e definizione. È previsto un confronto politico tra gli Stati membri domani, durante il Consiglio Ue Affari Esteri Trade, dove si discuterà delle azioni da adottare per rispondere alle tariffe americane. Nonostante il lavoro non sia concluso, la trattativa ha già ricevuto segnali positivi da diversi governi.
Tra i sostenitori del pacchetto figura l’Italia, che ha partecipato attivamente al dibattito nel Coreper offrendo un contributo preciso. Secondo fonti diplomatiche, Roma ha mostrato cautela riguardo all’eventuale uso dello strumento anti-coercizione in questa fase, un meccanismo che prevede risposte mirate contro misure che limitano la libera circolazione dei beni o la sovranità degli Stati membri. La posizione italiana riflette la complessità delle ripercussioni economiche e la necessità di non esasperare ulteriormente le tensioni commerciali con gli Usa.
Prossime settimane decisive per la linea dell’ue
Gli sviluppi politici delle prossime settimane saranno decisivi per chiarire la linea dell’Unione europea e definire il quadro normativo e operativo delle contromisure. L’attenzione resta alta anche sul coinvolgimento degli altri paesi membri che stanno valutando le conseguenze delle azioni proposte sul commercio interno e internazionale. Le scelte di Bruxelles saranno determinanti per l’impatto della controversia transatlantica e la stabilità delle relazioni economiche nel 2025.