Negli ultimi anni, nelle zone montane dell’alto adige si moltiplicano segnali di protesta da parte di piccoli proprietari contro il turismo incontrollato. Dopo il caso di un contadino della val gardena che ha messo un tornello a pagamento all’ingresso di un sentiero panoramico, anche chi gestisce i pascoli sul seceda, nel comune di santa cristina, ha installato un tornello rispettoso delle normative ma non attivato. L’obiettivo è richiamare le autorità sui problemi derivati dall’eccesso di visitatori e dal comportamento scorretto nei confronti dell’ambiente alpino.
Danni ambientali e incidenti legati al sovraffollamento
Nelle aree dei pascoli si registrano problemi concreti derivanti dalla presenza incontrollata dei visitatori. I proprietari evidenziano come molti escursionisti si allontanino dai sentieri segnati, calpestando e rovinando le superfici erbose destinate al pascolo degli animali. Oltre all’usura del terreno, ci sono anche rifiuti abbandonati e scarso rispetto per l’ambiente. La mancanza di servizi igienici provoca situazioni insolite come la presenza di escrementi umani nei prati, che aumenta l’inquinamento e danneggia la qualità del suolo.
Il tornello come segnale di allarme contro il turismo di massa
I proprietari dei prati di pascolo sul seceda hanno deciso di posizionare un tornello, ma senza attivarlo per bloccare fisicamente gli ingressi. Dietro questa scelta c’è la volontà di lanciare un messaggio simbolico alle istituzioni locali. Si tratta, spiegano, di un appello per sollecitare un intervento concreto in un contesto dove i gestori privati si sentono abbandonati. Non vogliono negare l’accesso agli escursionisti, ai residenti o alle associazioni alpine, che potranno continuare a camminare liberamente. Il problema riguarda però il turismo di massa, che produce danni visibili alla natura. Il comportamento irrispettoso di tanti visitatori mette a rischio la bellezza dei paesaggi e compromette le basi economiche di chi pratica e vive di allevamento e gestione del territorio.
Questa azione non è un’ostruzione all’accesso pubblico, ma un modo per richiamare l’attenzione sul peso che certi flussi turistici hanno sulle montagne. La gestione privata e sostenibile del pascolo rischia di finire sotto pressione, con conseguenze ambientali e sociali difficili da sostenere senza una regolamentazione adeguata.
Il ruolo delle istituzioni e le richieste dei gestori dei pascoli
Il messaggio dei proprietari dei pascoli sul seceda è chiaro: serve un intervento da parte delle istituzioni per regolare il flusso turistico e proteggere l’ambiente alpino. Essi denunciano un senso di abbandono di fronte a una pressione crescente, con conseguenze negative per il territorio e chi ne vive.
Le associazioni alpine, i residenti e gli escursionisti rispettosi continuano ad avere libero accesso, ma senza regole chiare rischia di prevalere una gestione caotica e dannosa. La costruzione di servizi igienici pubblici viene indicata come una misura fondamentale per ridurre l’inquinamento da rifiuti organici. Le istituzioni locali sono invitate a rispondere alle richieste avanzate, anche per evitare che l’ostruzione simbolica dei tornelli diventi una protesta più dura.
In mancanza di interventi, la situazione sulle montagne altoatesine potrebbe peggiorare. Gli incidenti e i danni ambientali rappresentano solo la punta di un problema più vasto. I gestori dei pascoli chiedono quindi attenzione e azioni concrete per salvaguardare le loro attività e la natura circostante.
Incidenti e loro impatto sulle politiche locali
Il quadro si complica anche per i rischi di incidenti che si sono verificati negli ultimi anni. Il caso più grave risale al 28 luglio 2021, quando un influencer danese ha perso la vita durante un’escursione. Incidenti simili hanno messo sotto pressione le autorità competenti e sottolineano la necessità di una gestione più attenta.
I proprietari ricordano come siano state avanzate proposte concrete per realizzare servizi igienici pubblici, indispensabili per contenere il degrado. Tuttavia, le amministrazioni locali non hanno fornito risposte o soluzioni. Questo silenzio contribuisce a esasperare la situazione e spinge i titolari dei terreni a iniziative simboliche per far capire la gravità del problema.