Nella giornata di sabato 2025, un episodio di violenza ha scosso la striscia di Gaza, in particolare nella zona di Rafah. Le forze israeliane hanno aperto il fuoco su un gruppo di civili riuniti nei pressi di un punto di distribuzione degli aiuti umanitari. Questo scontro ha provocato un numero elevato di vittime e feriti, aggravando la situazione già critica nell’area meridionale dell’enclave.
L’intervento israeliano al punto di distribuzione degli aiuti a al-shakoush
Le forze israeliane hanno sparato contro una folla di palestinesi che attendevano aiuti vicino al punto denominato Al-Shakoush, situato a nord di Rafah. Secondo diverse fonti locali raccolte da agenzie di stampa come Wafa, almeno 27 persone sono morte sul posto. Altri 180 circa sono rimasti feriti durante questa crisi che ha raggiunto livelli di tensione elevatissimi.
L’area di Al-Shakoush rappresenta uno dei pochi luoghi dove i civili possono accedere a generi di prima necessità in questa fase di conflitto intenso. Le condizioni sul terreno rendono sempre più difficile la distribuzione degli aiuti, con punti di raccolta spesso esposti al rischio di attacchi. I locali confermano che in questo caso la convenuta calma si è rapidamente trasformata in uno scontro con le forze militari, generando momenti di caos e confusione tra i presenti.
Aggiornamento sul bilancio complessivo delle vittime nella striscia di gaza
I dati forniti da fonti mediche riferiscono che da sabato mattina il numero totale delle vittime a Gaza ha raggiunto quota 60. Questo incremento è legato sia ai colpi sparati ieri a nord di Rafah sia ai bombardamenti israeliani che hanno interessato altre zone dell’enclave durante lo stesso periodo.
Gli operatori sanitari locali hanno segnalato un afflusso continuo di feriti agli ospedali e ai centri di primo soccorso, spesso senza riserve adeguate per fronteggiare un tale afflusso. Le condizioni delle strutture sanitarie nella zona si fanno ogni giorno più critiche. Anche le strade rimangono insicure per il trasporto dei malati, aggravando la situazione umanitaria.
Le vittime comprendono civili di ogni età , tra cui donne e bambini, colpiti direttamente dalla violenza. Le fonti confermano che non ci sono stati episodi rilevati di coinvolgimento armato tra i manifestanti. La presenza di numerosi feriti gravi sta mettendo sotto pressione le capacità di intervento medico, in un contesto già soggetto a blocchi e restrizioni.
Il contesto dell’escalation nel sud della striscia di gaza
Rafah, località al confine con l’Egitto, è da tempo un punto strategico per il passaggio di aiuti e rifugiati. La zona è teatro di frequenti tensioni dovute al conflitto tra forze israeliane e palestinesi. L’episodio di sabato si inserisce in un quadro più ampio di scontri e bombardamenti che caratterizzano la regione ormai da settimane.
L’assedio della striscia di Gaza ha ridotto drasticamente le risorse disponibili per la popolazione civile, aggravando le condizioni di vita e rendendo sempre più fragile la sicurezza. Le forze israeliane mantengono stretti controlli sulle vie di accesso, impedendo spesso il passaggio di merci e persone.
Preoccupazione degli organismi umanitari internazionali
A seguito di questi nuovi scontri, organismi umanitari internazionali hanno espresso preoccupazione per il rapido peggioramento delle condizioni nella striscia. Le difficoltà nell’assistenza alle persone colpite e nell’organizzazione dei convogli di aiuti si sommano alla crescente violenza, alimentando un circolo di sofferenza e instabilità nella regione.