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Il Messico risponde ai dazi Usa con trattative per tutelare imprese e lavoro lungo il confine

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In seguito all’annuncio del presidente degli Stati Uniti che ha fissato dazi del 30% sulle merci messicane, il governo di Claudia Sheinbaum ha avviato subito negoziati per evitare pesanti ricadute economiche. Marcelo Ebrard, ministro dell’Economia messicano, ha confermato l’apertura di un dialogo con le autorità statunitensi. I dazi erano previsti dal primo agosto e rischiano di colpire aziende e posti di lavoro da entrambe le parti.

Il contesto dello scontro commerciale tra messico e stati uniti

Il 5 luglio 2025, la presidenza degli Stati Uniti ha annunciato nuove misure tariffarie, prevedendo un aumento del 30% sui beni provenienti dal Messico. Questa decisione mira a tutelare il mercato interno statunitense, ma genera forti preoccupazioni per le catene produttive che si sviluppano tra i due paesi. Il Messico, da sempre partner commerciale centrale degli Usa, subirebbe un impatto significativo in termini di esportazioni e occupazione.

Il governo messicano, guidato da Claudia Sheinbaum, ha immediatamente risposto diffondendo una nota ufficiale. Nel testo, Marcelo Ebrard ha sottolineato come la decisione sia considerata ingiusta e dannosa. Il cambiamento nelle politiche commerciali statunitensi ha colto di sorpresa il Messico, che però non intende subire passivamente la misura. Al contrario ha convocato una delegazione composta da rappresentanti di vari ministeri per aprire un confronto diretto con i loro omologhi americani.

Il primo incontro tra le delegazioni e l’istituzione del gruppo di lavoro bilaterale

Il 11 luglio 2025 si è svolto a Washington il primo incontro tra una delegazione messicana e i rappresentanti dei dipartimenti di stato, commercio, energia, sicurezza nazionale e l’ufficio del rappresentante commerciale statunitense. L’obiettivo era discutere delle nuove tariffe e delle difficoltà che potrebbero comportare per le imprese da entrambe le parti del confine.

Durante la riunione, si è deciso di creare un gruppo di lavoro bilaterale permanente, incaricato di approfondire le questioni rilevanti relative alle relazioni commerciali tra i due paesi. Questo organismo dovrà agire rapidamente per evitare l’introduzione dei dazi o per individuare alternative che limitino gli effetti negativi delle misure tariffarie sul tessuto economico locale. L’istituzione del gruppo testimonia la volontà di gestire il quadro complesso con diplomazia e impegno diretto.

I passi successivi nelle trattative per evitare i dazi

Marcelo Ebrard ha spiegato che il gruppo bilaterale dovrà muoversi celermente per trovare una soluzione prima dell’1 agosto, data in cui le nuove tariffe Usa sarebbero dovute entrare in vigore. Il governo messicano ha ribadito che l’intento primario è salvaguardare le imprese e i posti di lavoro che operano in entrambi i paesi. Il confronto si concentra su modalità che permettano di mitigare o eliminare il peso dei dazi attraverso negoziazioni politiche e accordi specifici.

Le trattative coinvolgeranno diversi ambiti, comprese le questioni finanziarie, energetiche e di sicurezza pubblica, viste come componenti della cooperazione bilaterale. Il Messico intende uscire da questo confronto con un’intesa che garantisca il mantenimento degli scambi, elemento centrale per l’economia di confine e più in generale per le relazioni tra Washington e Città del Messico.

Il peso economico e sociale della guerra tariffaria sul confine messico-Usa

L’introduzione di dazi del 30% sulle merci messicane rischia di ampliare un clima di incertezza tra gli operatori economici e produttivi sulle due sponde del confine. Le aziende coinvolte nella produzione e distribuzione di beni già fragili potrebbero dover affrontare costi maggiori e cali di domanda. Per il tessuto industriale messicano, la possibile stretta innesca timori sul mantenimento del lavoro e sull’attrattività degli investimenti esteri.

A livello sociale, la tensione cresce nelle aree di confine dove gran parte della popolazione dipende dagli scambi commerciali con gli Stati Uniti. La prospettiva di licenziamenti o chiusure mette a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro. Sul piano politico, la situazione esige una gestione diplomatica attenta, capace di bilanciare interessi nazionali con la necessità di mantenere rapporti stabili e proficui.

Gli sviluppi nelle prossime settimane saranno determinanti per capire se i negoziati riusciranno a scongiurare questa svolta protezionistica. Il confronto rimane quindi aperto e delicato, con i riflettori puntati su un dialogo che si è appena avviato.

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