Il caso di Chiara Poggi, una giovane assassinata il 13 agosto 2007 nella sua abitazione di Garlasco, ha recentemente preso una piega inaspettata. Le ultime analisi hanno rivelato la presenza di un materiale genetico «Y» mai identificato prima, rinvenuto nella bocca della vittima. Questa scoperta suggerisce che, oltre a Alberto Stasi, l’allora fidanzato già condannato, ci fosse un terzo soggetto presente sulla scena del crimine al momento dell’omicidio. Le implicazioni di questa nuova evidenza potrebbero cambiare radicalmente le dinamiche del caso e riportare alla luce interrogativi rimasti irrisolti per anni.
Nuove analisi e scoperte
Il Dna, estratto da un tampone orale non analizzato fino ad ora, potrebbe rappresentare un punto di svolta nelle indagini. Non corrisponde né a Stasi né al nuovo indagato, Andrea Sempio. La genetista Denise Albani, incaricata di amplificare il profilo genetico, procederà a un’analisi più approfondita nelle prossime settimane. Questo passaggio potrebbe chiarire ulteriormente la situazione, considerando che:
- Il Dna non appartiene a Stasi o Sempio.
- Si ipotizza che possa appartenere a un terzo individuo.
- Non corrisponde nemmeno all’«ignoto 2», identificato in precedenza.
Controversie e scetticismi
Negli anni precedenti, il caso ha visto un susseguirsi di indagini e processi che hanno alimentato un intenso dibattito pubblico. La raccolta del Dna, eseguita nel 2007 dal medico legale Marco Ballardini, era stata effettuata su alcune garze e per quasi vent’anni era rimasta nel dimenticatoio. L’emergere di questo materiale genetico, descritto da Repubblica come in quantità «decisamente importante», potrebbe cambiare le dinamiche del processo. Al contrario, l’Ansa riporta che la quantità di Dna sarebbe minima, e saranno necessarie ulteriori verifiche per escludere la contaminazione.
Il legale della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, ha espresso il suo scetticismo riguardo a queste nuove evidenze. Secondo lui, non ci sarebbero Dna di soggetti sconosciuti sulla scena del crimine e ha definito la scoperta un dato «totalmente destituito da qualsiasi fondamento».
Elementi significativi emersi
Oltre al Dna, durante l’incidente probatorio sono emersi altri dettagli significativi:
- Un’impronta di scarpa «a pallini» rinvenuta sul tappetino del bagno, che risulterebbe appartenere a un familiare di Chiara Poggi.
- Sotto le unghie della vittima è stata identificata la presenza di un altro soggetto sconosciuto, sebbene in quantità minore.
Questi nuovi sviluppi riaccendono il dibattito intorno al caso di Garlasco, già oggetto di speculazioni nel corso degli anni. L’ipotesi di un coinvolgimento di più persone nella morte di Chiara Poggi era stata già ventilata nel 2007, con ferite sul corpo della giovane compatibili con l’uso di due armi differenti.
La complessità del caso, unita alla possibilità di un errore giudiziario, solleva interrogativi non solo sulla giustizia per Chiara Poggi, ma anche sulla capacità delle indagini di adattarsi e rispondere ai nuovi elementi che emergono. La comunità di Garlasco, così come l’opinione pubblica nazionale, si trova nuovamente a interrogarsi su un delitto che ha segnato profondamente la storia recente del nostro paese.