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Ue, Italia, Grecia e Malta confermano il dialogo con la Libia e chiedono di evitare escalation militari a Tripoli

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La conferenza di Roma dedicata alla situazione in Ucraina ha visto la partecipazione di importanti leader europei, tra cui la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la premier italiana Giorgia Meloni, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis e il primo ministro maltese Robert Abela. Nel corso dell’incontro è stato confermato l’impegno a mantenere un dialogo aperto con la Libia, seguendo l’approccio definito dal Team Europe. La visita della delegazione nel Paese è stata però rinviata in attesa di condizioni più favorevoli.

Conferma del dialogo e rinvio della visita in libia

Durante un briefing con la stampa, un portavoce della Commissione Ue ha spiegato che i leader presenti hanno deciso di posticipare la delegazione in Libia per proseguire la visita in un secondo momento. La scelta è stata motivata da un clima di incertezza legato al recente aumento delle tensioni militari a Tripoli e nell’area circostante. Proprio queste condizioni hanno spinto a evitare un contatto diretto, preferendo continuare il dialogo a distanza.

Approccio team europe e sostegno al processo politico

L’approccio Team Europe, già adottato in vari contesti, punta a coordinare gli sforzi diplomatici e di cooperazione tra gli Stati dell’Unione. In Libia, resta centrale il sostegno al processo politico interno e alla stabilizzazione del Paese. Le autorità europee hanno ribadito la necessità di mantenere un filo diretto con le istituzioni libiche e di proseguire il confronto diplomatico senza forzare tempi che potrebbero compromettere la sicurezza.

Appello alla riduzione delle tensioni militari

Nel comunicato ufficiale della delegazione Ue e delle missioni diplomatiche degli Stati membri in Libia emerge un richiamo forte a tutti gli attori coinvolti nella crisi. A fronte del rafforzamento militare segnalato a Tripoli, si esorta a ridurre l’escalation perché rischia di minare la stabilità e mettere a rischio la popolazione civile.

La dichiarazione congiunta sottolinea l’importanza di rispettare il cessate il fuoco e di osservare gli accordi di sicurezza già siglati. Questi impegni rappresentano l’unica strada per evitare nuovi scontri e far avanzare il percorso politico voluto dalla comunità internazionale. Il richiamo si rivolge sia agli interlocutori legittimi quanto a chiunque possa alimentare la tensione attraverso operazioni militari o altre forme di pressione.

Impegno alla protezione dei civili e rispetto del diritto internazionale

La nota ribadisce che la protezione dei civili e delle infrastrutture fondamentali deve restare un imperativo per tutti i soggetti coinvolti nel conflitto libico. Ogni azione che possa mettere a rischio vite innocenti o danneggiare strutture civili contrasta con il diritto internazionale e con gli accordi multilaterali cui la Libia ha aderito anche grazie al supporto Onu.

Responsabilità e stabilità futura

L’Ue si dice pronta a prendere responsabilità qualora siano compiuti atti che ledano la pace o compromettano le istituzioni nazionali e il processo politico in corso. Quest’ultimo rappresenta al momento l’unico quadro in grado di costruire una stabilità duratura all’interno del Paese, condizione indispensabile per ogni forma di sviluppo futuro.

Sostegno europeo al dialogo con il coinvolgimento di unsmil

Rivolgendosi ai protagonisti interni alla Libia, l’Unione europea rinnova la richiesta di impegnarsi in un dialogo costruttivo. A favore di questa indispensabile fase di confronto arriverà il supporto dell’Unsmil, la missione di assistenza delle Nazioni Unite che da anni accompagna la mediazione tra le parti.

Nel documento conclusivo si conferma la disponibilità dell’Ue a sostenere iniziative finalizzate a ridurre la tensione e a favorire una soluzione pacifica. Il coinvolgimento di Unsmil si prevede centrale per garantire il rispetto degli accordi e per monitorare l’andamento della situazione politica e di sicurezza. Questa strategia segna la continuità degli sforzi europei nell’area mediterranea a beneficio della stabilità regionale.

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