Il settore delle auto elettriche si avvicina a un importante salto in avanti nelle ricariche rapide. Dalla cina arriva una nuova stazione in grado di fornire una potenza massima di 1600 kW, capace di ricaricare una batteria con 100 km di autonomia in appena un minuto. Questo sviluppo può cambiare l’approccio alla mobilità elettrica, riducendo i tempi di attesa a livelli quasi paragonabili a un pieno di benzina. Mentre l’italia prevede l’installazione di centinaia di colonnine rapide entro il 2025, la tecnologia cinese segna un passo avanti significativo, seppur con criticità importanti da affrontare per la diffusione su larga scala.
Le caratteristiche tecniche della nuova stazione di ricarica da 1600 kw
Orange Charging, azienda legata al colosso cinese del ride-sharing Didi, si è distinta per lo sviluppo di una nuova colonnina capace di erogare fino a 1600 kW di potenza. Per gestire il passaggio di una quantità così importante di energia, la stazione utilizza un cavo per la ricarica raffreddato a liquido. Questo sistema termico evita il surriscaldamento durante la fase di erogazione e mantiene stabilli i parametri di sicurezza. Il risultato è la possibilità di fornire 100 km di autonomia in soli 60 secondi, un dato che fino a poco tempo fa sembrava fantascienza.
Questa tecnologia rappresenta un salto importante rispetto agli standard attuali che vedono ricariche rapide spesso limitate a potenze molto inferiori. Il progetto di Orange Charging si appoggia, quindi, sia su componenti fisici innovativi, sia su sistemi gestionali particolarmente sofisticati, studiati per regolare il flusso elettrico in base alle condizioni del veicolo e della rete.
Gestioni intelligenti dell’energia e software di controllo
Dietro la potenza elevata della stazione Orange Charging si trova un software dedicato che amministra in tempo reale la corrente in uscita. Questo software gestisce anche i cicli di carica e scarica di un sistema di accumulo associato alla colonnina. Tale accumulo può variare tra l’alimentazione diretta dalla rete elettrica o l’uso delle batterie interne a seconda della domanda e delle caratteristiche del mezzo da ricaricare.
Questa gestione intelligente consente di ottimizzare i tempi e di ridurre l’impatto negativo sulla rete elettrica locale, un aspetto cruciale per le infrastrutture di ricarica ad altissima potenza. In cina questa soluzione sta già trovando terreno fertile grazie alla forte domanda interna e a reti ben strutturate. Nonostante ciò si evidenziano limiti ancora non superati legati soprattutto all’ingente consumo energetico e alle difficoltà tecniche di mantenere condizioni ottimali di ricarica per le batterie.
Le sfide economiche e tecniche delle colonnine super veloci
Il costo per installare colonnine ad altissima potenza rimane un ostacolo importante. Secondo le stime, una singola postazione come quella di Orange Charging può arrivare a costare fino a 16.800 dollari solo per l’hardware. A questo si aggiungono le spese per la gestione energetica e per l’adeguamento della rete elettrica elettrica che deve sostenere un carico così elevato.
L’impatto sulla durabilità delle batterie resta un tema aperto, visto che sottoporre le celle a ricariche così rapide potrebbe compromettere la loro vita utile. Al momento, questi aspetti tecnici e di costo rallentano una diffusione immediata su larga scala in europa e in altre aree. In italia, ad esempio, si punta a 700 punti di ricarica veloce entro il 2025, ma le potenze rimarranno molto più contenute rispetto ai 1600 kW proposti dalla tecnologia cinese.
Principali concorrenti nella ricarica ultraveloce
La ricarica ultraveloce non interessa solo Orange Charging. Altri colossi cinesi come BYD stanno sviluppando sistemi di ricarica con doppio connettore che possono erogare fino a 1.360 kW. Huawei, azienda nota soprattutto per i dispositivi elettronici, ha presentato un caricatore da 1,5 MW indirizzato al settore dei veicoli pesanti, segmenti che necessitano di tempi di fermo ridotti.
Catl, tra i più grandi produttori di batterie, si concentra su batterie che supportino tassi di ricarica molto elevati, un approccio complementare rispetto alle colonnine stesse. Questa gara tecnologica evidenzia come la spinta a migliorare l’esperienza di rifornimento elettrico proceda su più fronti, dall’hardware alla chimica delle batterie.
L’innovazione nelle stazioni di ricarica e nelle batterie prepara una transizione verso una mobilità elettrica meno vincolata ai tempi lunghi e alle infrastrutture limitate, benché permangano sfide tecniche e infrastrutturali da affrontare per un’adozione di massa.