Un nuovo striscione con scritte anarchiche è stato individuato dalla polizia a Padova, pochi giorni dopo il ritrovamento di un altro manifesto dai messaggi forti contro le forze dell’ordine. Il messaggio riguarda la vicenda di Alfredo Cospito e critica duramente il regime di detenzione 41bis. Il fatto si inserisce nel contesto di tensioni e proteste legate alla detenzione del noto anarchico, finito nel mirino delle autorità.
La scoperta del secondo striscione e la sua ubicazione a Padova
Gli agenti della questura di Padova hanno rinvenuto lo striscione nel corso delle consuete attività di controllo e sorveglianza nel territorio urbano. Questa seconda bandiera è stata trovata sul ponte di un canale in un’area verde di via Ormaneto, alla prima periferia della città. Il luogo non è scelto a caso: si tratta di una zona non centrale ma visibile a passanti e residenti, probabilmente per attirare attenzione puntando su un punto di passaggio.
Le forze dell’ordine hanno immediatamente segnalato il ritrovamento e imposto la rimozione della scritta. Vista la natura del messaggio e la tempistica rispetto al primo striscione, le autorità stanno considerando la questione come un episodio collegato alla protesta anarchica contro l’applicazione del regime carcerario duro a danno di Alfredo Cospito.
Contenuti del messaggio e riferimenti al caso alfredo cospito
Il testo del manifesto conteneva la scritta “Alfredo libero. 41bis = tortura”, frasi dirette e che rimandano a tematiche di protesta carceraria. La menzione del 41bis richiama la misura di isolamento penitenziario particolarmente severa, spesso contestata da associazioni e attivisti per i diritti umani.
In questo caso la denuncia si lega strettamente alla situazione personale di Alfredo Cospito, figura nota nel circuito anarchico e oggetto da tempo di provvedimenti restrittivi. Il messaggio va dunque a supportare la posizione di chi si oppone al regime detentivo, indicandolo come una forma di violenza e tortura.
Intervento della digos e delle volanti per rimozione e indagine
Sul posto sono intervenuti tempestivamente gli agenti della Digos e delle Volanti della polizia. Questi uffici hanno coordinato la rimozione dello striscione per evitare ulteriori tensioni o provocazioni in zona pubblica.
Parallelamente alle operazioni di rimozione, hanno avviato gli accertamenti per risalire agli autori dell’iniziativa. Le indagini puntano a identificare i responsabili dell’azione, valutando se ci siano legami con il primo striscione o altri episodi simili avvenuti nel territorio patavino.
Sul piano operativo, il ritrovamento evidenzia come le forze dell’ordine mantengano un monitoraggio attento delle possibili manifestazioni anarchiche, soprattutto quelle che esprimono dissenso con modalità di contestazione pubblica esplicita.
La vicenda resta aperta, con la ricerca di elementi utili per capire l’organizzazione della protesta e prevenire ulteriori azioni analoghe in città. Gli sviluppi saranno seguiti con attenzione dalle autorità locali in vista di eventuali sviluppi giudiziari.