Il parlamento del Kosovo è bloccato ormai da mesi. Dal voto del 9 febbraio scorso, difficoltà e scontri tra partiti hanno impedito l’elezione del presidente dell’Assemblea. La maggioranza guidata da Vetevendosje continua a insistere con la propria candidata, mentre opposizioni e presidente della repubblica cercano senza successo un’intesa. La situazione si complica, con possibili ripercussioni sull’intera scena politica.
Lo stallo sulla scelta del presidente del parlamento
Il 13 luglio segnerà un’altra data cruciale per il Kosovo, perché è previsto un nuovo tentativo per eleggere lo speaker del parlamento. Finora, tutti i precedenti 44 voti si sono conclusi senza successo. Oggi è saltato anche il 45° giro, con la proposta del partito di maggioranza Vetevendosje respinta ancora una volta dall’opposizione. Il partito aveva chiesto di passare a uno scrutinio segreto, nel tentativo di superare qualche resistenza interna, ma la maggior parte delle forze contrarie ha rigettato l’idea.
Il nome al centro dello scontro
L’impasse è legato anche al nome della candidata proposta da Vetevendosje, Albulena Haxhiu. Nonostante sei tentativi precedenti, non ha mai raccolto i 61 voti necessari per la nomina ufficiale. Lo scontro politico si concentra intorno a lei e alla strategia di Vetevendosje. Il premier e leader del partito, Albin Kurti, ha escluso cambi di rotta o proposte alternative, mantenendo ferma la candidatura di Haxhiu.
I ruoli della presidente del kosovo e della corte costituzionale
La presidente della repubblica, Vjosa Osmani, ha cercato di mediare fra le forze politiche. Nel giugno scorso ha incontrato più volte i leader dei partiti, con l’obiettivo di superare lo stallo. Purtroppo i colloqui non hanno sbloccato la situazione. L’approccio conciliatorio di Osmani è rimasto senza risultati tangibili.
Il ruolo della corte costituzionale
A fine giugno si è aggiunta anche la pressione della Corte costituzionale del Kosovo. I giudici hanno stabilito un termine di 30 giorni per concludere l’elezione del presidente del parlamento. Non è però chiaro cosa succeda se la scadenza venga superata senza una soluzione. La mancanza di un verdetto chiaro sottolinea la fragilità del quadro istituzionale e la possibilità che la crisi possa durare ulteriormente.
Rischi per la formazione del governo e scenario futuro
L’assenza di un presidente per l’Assemblea blocca l’intero processo politico. Senza il leader del parlamento non si può procedere alla costituzione del nuovo governo, rendendo difficile la gestione del paese. Se lo stallo persiste, il Kosovo potrebbe ritrovarsi costretto a indire nuove elezioni anticipate, una situazione che aumenterebbe instabilità e incertezza.
La tensione tra il partito di maggioranza Vetevendosje e le opposizioni si mantiene alta. La scelta di non modificare la candidatura della prescelta Haxhiu suggerisce una strategia di fermezza da parte del premier Kurti, che puntava alla compattezza interna pur rischiando di isolarsi in parlamento. Dall’altra parte, le opposizioni mantengono una posizione di netto rifiuto dello scrutinio segreto e della proposta maggioritaria.
La situazione in Kosovo rimane quindi in bilico, con la politica ferma su posizioni difficili da conciliare. L’impatto sull’intera vita istituzionale e politica del paese sarà evidente nei prossimi mesi, a misura che il termine imposto dalla Corte costituzionale si avvicina e le forze politiche dovranno affrontare le conseguenze dello stallo.