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I danni climatici ai gestori delle reti elettriche cresceranno e serviranno 67 miliardi all’anno per la resilienza

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Le reti di distribuzione elettrica stanno affrontando un aumento evidente dei danni causati da eventi meteorologici estremi. Le temperature alte, le tempeste e le alluvioni hanno già provocato interruzioni pesanti in molti Paesi europei. Le previsioni indicano che, tra il 2030 e il 2050, per adeguare le infrastrutture ai cambiamenti climatici serviranno investimenti annuali giganteschi, nell’ordine di 67 miliardi di euro. Il settore è in prima linea in una sfida che riguarda la tenuta della rete elettrica e la sicurezza delle forniture.

I danni già visibili sulle reti elettriche e i rischi futuri

Gli eventi meteorologici estremi hanno dato prova della vulnerabilità delle linee elettriche negli ultimi anni. In luglio 2023, una ondata di calore ha provocato un blackout esteso a Catania, lasciando senza energia migliaia di abitanti. L’anno successivo, l’inondazione a Valencia ha tagliato la corrente per circa 180.000 utenti. Nel gennaio 2025, la tempesta Eowyn ha fatto saltare la fornitura elettrica per oltre un milione di case in Irlanda. Questi episodi mettono in luce come le infrastrutture soffrano non solo per danni fisici ma anche per pressioni operative crescenti.

La crescita dei danni secondo eurelectric

Eurelectric, l’associazione europea dei gestori di rete, segnala che i danni provocati da questi fenomeni cresceranno nel tempo. Il cambiamento climatico intensifica la frequenza e la violenza di ondate di calore, piogge torrenziali, venti forti e tempeste improvvise. Gli impianti di distribuzione devono reggere a queste pressioni senza perdere stabilità o interrompere il servizio. L’aumento dei danni comporta non solo costi elevati di riparazione ma anche difficoltà nella programmazione e gestione della rete.

Come il clima influisce sull’affidabilità e gestione delle reti

Il funzionamento delle reti elettriche richiede mantenere costanti frequenza e tensione per assicurare un’erogazione stabile. Le condizioni climatiche estreme complicano profondamente questo equilibrio. Temperature in aumento danneggiano progressivamente cavi, linee e sottostazioni. Piogge intense e nevicate mettono a rischio l’integrità delle infrastrutture. Il ghiaccio che si forma sulle linee aumenta il peso e provoca cedimenti. I venti forti possono sradicare alberi o danneggiare componenti delicati.

Questi fattori causano guasti improvvisi o degradano la vita utile degli impianti, imponendo sostituzioni anticipate e maggiori spese. Il clima influenza anche i modelli di consumo. Durante ondate di caldo particolarmente intense, la domanda elettrica può schizzare in alto per alimentare impianti di raffreddamento e condizionamento. Questa variabilità rende difficile anticipare i carichi e bilanciare la rete. Le fluttuazioni estreme mettono a dura prova la capacità operativa delle società di distribuzione.

Le contromisure dei distributori di energia per resistere al clima

I gestori delle reti di distribuzione hanno iniziato a rispondere con azioni concrete. Molti hanno mappato i rischi specifici delle loro aree legati al riscaldamento globale e ad altre variazioni climatiche. Hanno puntato a rafforzare linee, cavi e sottostazioni, usando materiali più robusti o avanzati sistemi di monitoraggio. Strategie di intervento rapido sono state predisposte per limitare le interruzioni e accelerare i ripristini dopo un evento meteo estremo.

Il caso dell’Italia

L’Italia si distingue come esempio di impegno. Dal 2017, i distributori sono tenuti a sviluppare strategie di resilienza da inserire nei loro piani di sviluppo con un orizzonte di almeno tre anni. L’autorità di regolazione ha creato meccanismi incentivanti per progetti con alti rischi e benefici chiari, favorendo interventi mirati. Questo modello prova a garantire che le reti restino funzionali anche in condizioni più avverse.

Nonostante i progressi, la strada è lunga per adeguare completamente la rete europea. Eurelectric stima che nei prossimi decenni serviranno oltre 67 miliardi di euro all’anno tra il 2030 e il 2050 per rinforzare le reti. Le infrastrutture messe in opera oggi devono resistere fino al 2075, quindi la pianificazione deve avere una visione a lungo termine basata sui cambiamenti climatici previsti.

Le indicazioni di eurelectric per facilitare la resilienza delle reti

Per accelerare il rafforzamento della rete, Eurelectric ha proposto sei misure per le istituzioni europee e nazionali. Richiede che le misure di adattamento al clima vengano riconosciute e incentivate nei regolamenti nazionali. Nei piani di adattamento dei vari Stati, chiede di dare più spazio agli interventi sulle infrastrutture critiche come le reti elettriche. Suggerisce di inserire la resilienza fisica della rete nei documenti ufficiali relativi all’energia e clima.

Proposte anche modifiche per le procedure di appalto pubblico, che dovrebbero includere criteri legati all’adattamento climatico. Le autorità nazionali di regolamentazione dovrebbero avere la responsabilità esplicita di supervisionare queste attività. Infine, gli investimenti per la resilienza devono trovare posto nei piani di sviluppo delle reti di distribuzione. Solo così si riuscirà a sostenere una rete che regga gli impatti sempre più intensi messi in campo dal clima.

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