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Contestata la diffusione di informazioni personali sulla morte dell’uomo a Orio al Serio

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L’avvocato Fabio Missale ha espresso un forte dissenso contro la divulgazione di notizie ritenute lesive della memoria di un uomo deceduto lo scorso 8 luglio 2025 all’aeroporto di Orio al Serio. Il legale rappresenta una persona che preferisce restare riservata sulla vicenda, legata alla tragica morte del 35enne risucchiato da un motore di un aereo. La polemica si concentra in particolare sulla diffusione di informazioni personali non pertinenti, come riferimenti a una presunta precedente tossicodipendenza.

La posizione del legale sulla diffusione dei dati sensibili

Fabio Missale, avvocato incaricato da un soggetto coinvolto indirettamente nella vicenda, ha espresso un giudizio netto contro la pubblicazione di dettagli sulla vita privata del defunto. Secondo il legale, la diffusione di informazioni come la presunta tossicodipendenza non solo manca di un vero collegamento con i fatti di cronaca, ma appare anche inutile ai fini della ricostruzione dell’accaduto. Questi dati personali, estranei al caso specifico, alimentano un’ingiustificata ingerenza nella sfera privata del defunto, che non trova alcuna giustificazione nel cosiddetto interesse pubblico.

Rispetto della dignità personale anche dopo la morte

Il rispetto della dignità personale, spiega Missale, deve essere mantenuto anche dopo la morte, soprattutto quando la diffusione di particolari privati non contribuisce a chiarire le circostanze dell’evento. Le informazioni delicate devono rimanere confidenziali, essendo state diffuse in modo che rischia di arrecare danno alla memoria della persona coinvolta. Il legale sottolinea che tali contenuti violano il principio di pertinenza delle notizie, ovvero la necessità che ogni dato diffuso serva a spiegare i fatti senza compromettere diritti personali.

Il contesto dell’incidente e la sua eco mediatica

Il decesso del 35enne all’aeroporto di Orio al Serio ha attirato un’attenzione mediatica notevole. L’uomo è morto in seguito a un incidente drammatico, risucchiato da un motore di un aeromobile durante le operazioni di carico o scarico. Questa tragedia ha suscitato interrogativi e approfondimenti, spingendo numerosi organi di informazione a riportare la notizia. Tuttavia, la diffusione di dettagli sull’identità e sulla storia personale del defunto ha acceso divisioni, soprattutto sul confine tra diritto all’informazione e tutela della privacy.

Difficoltà di gestire notizie sensibili

L’episodio ha evidenziato la difficoltà di gestire notizie sensibili che coinvolgono vittime di incidenti. Le redazioni si sono trovate a dover bilanciare il dovere di cronaca con il rispetto per i soggetti coinvolti. L’attenzione verso i dettagli della personalità o del passato della vittima si è trasformata, in alcuni casi, in una violazione del rispetto dovuto. Le autorità e i rappresentanti legali, come Missale, hanno reagito contestando questo tipo di divulgazione, sottolineando come certi riferimenti privati non apportino nulla alla comprensione dell’incidente.

Gli aspetti legali legati alla pubblicazione di notizie sensibili

La questione sollevata dall’avvocato Missale entra nel campo della tutela legale della privacy e dell’immagine post mortem. La pubblicazione di dati personali che non riguardano direttamente un fatto di cronaca può configurare una violazione della legge sulla protezione dei dati personali e dei diritti connessi alla privacy. In caso di morte, la riservatezza della persona defunta deve essere rispettata, facendo attenzione a evitare informazioni inutili o lesive.

Principio di pertinenza e tutela della memoria

L’articolazione giuridica richiede che la divulgazione delle informazioni debba avere un legame diretto con l’evento trattato. Nel caso della presunta tossicodipendenza riportata senza riscontro o rapporto con l’incidente, si configura una violazione del principio di pertinenza. L’avvocato ha ribadito che la diffusione di contenuti privati senza scopi di cronaca concreti può causare danni morali ai familiari e al ricordo della persona deceduta, aprendo la strada a possibili azioni legali per tutelare la memoria e la privacy.

Le norme italiane prevedono inoltre che ogni intervento informativo debba rispettare il diritto all’onore e alla dignità, anche dopo la morte. Di conseguenza, le redazioni e i giornalisti devono adottare un atteggiamento prudente nella scelta delle notizie da diffondere e nei modi in cui vengono presentate. Il contrasto tra interesse pubblico e diritto alla riservatezza impone un equilibrio difficile da raggiungere sempre.

La vicenda di Orio al Serio rimane un esempio su come una tragedia possa sfociare in una disputa attorno ai confini dell’informazione, sollevando rischi di violazione dei diritti personali e suscitando un confronto sull’etica giornalistica in ambito di cronaca nera.

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