Negli ultimi mesi del 2024 si è registrato un nuovo significativo aumento degli arrivi dei rifugiati Rohingya in Bangladesh, segnando il più grande afflusso dall’esodo di massa del 2017. La situazione si ripresenta come conseguenza diretta di tensioni e violenze nella regione di Rakhine in Myanmar. Le Nazioni Unite documentano questo movimento che ha riportato l’attenzione internazionale sulle condizioni dei rifugiati Rohingya.
Aumento dei rifugiati rohingya nel 2024
Il 2024 ha visto l’ingresso di circa 150.000 rifugiati Rohingya nei campi profughi di Cox’s Bazar, che si trovano nel sud-est del Bangladesh. Questo flusso ha superato ogni precedente ondata di arrivi degli ultimi anni, diventando il più intenso dal 2017, quando circa 750.000 Rohingya fuggirono da violenze estreme nel loro territorio originario. La causa principale di questo esodo è legata alle azioni di violenza mirata e alle persecuzioni avvenute nello Stato di Rakhine, unitamente a un conflitto armato ancora in corso in Myanmar.
Testimonianze dell’unhcr
Le testimonianze raccolte dal portavoce dell’Unhcr, Babar Baloch, indicano come quotidianamente migliaia di persone siano costrette a lasciare le loro abitazioni per cercare rifugio nel paese vicino. L’Unhcr ha sottolineato la natura protratta di questa crisi, evidenziando che il fenomeno non ha registrato temporanee pause ma continua con costanza da diversi mesi.
Condizioni dei campi profughi di cox’s bazar
I campi profughi di Cox’s Bazar ospitano già quasi un milione di rifugiati Rohingya provenienti da precedenti esodi, soprattutto quello del 2017. Questi campi si estendono su un’area di soli 24 chilometri quadrati e rappresentano uno dei luoghi più densamente abitati al mondo. Qui i rifugiati vivono in condizioni di forte difficoltà, con spazi limitati, accesso ridotto a risorse essenziali e infrastrutture insufficienti.
Le autorità del Bangladesh, insieme a numerose organizzazioni umanitarie internazionali, affrontano quotidianamente la sfida di mantenere i servizi di base funzionanti per un numero così elevato di persone. La pressione sulle risorse ambientali e sociali è evidente e le strutture faticano a reggere un aumento costante degli arrivi. Babar Baloch ha evidenziato come il governo del Bangladesh continui a fornire una risposta generosa ai rifugiati, pur nella complessità dell’intera situazione.
Sfide umanitarie crescenti
La gestione di uno spazio così limitato per quasi un milione di persone richiede risorse e coordinamento continuo tra il governo e le organizzazioni internazionali.
Rifugiati rohingya: storie di fuga e persecuzione
La minoranza Rohingya, principalmente musulmana, ha subito da decenni discriminazioni estreme e restrizioni nella loro terra d’origine, lo Stato di Rakhine in Myanmar. Le repressioni militari culminate nel 2017 hanno provocato la fuga di centinaia di migliaia di persone in cerca di sicurezza. Negli ultimi mesi, il conflitto e nuovi episodi di violenza hanno costretto molte altre persone alla fuga.
Il percorso verso il Bangladesh è pieno di rischi. Chi riesce a superare frontiere e territori pericolosi arriva però a trovarsi in campi profughi sovraffollati e con poche garanzie di condizioni di vita dignitose. La comunità internazionale ha spesso denunciato la mancanza di soluzioni a lungo termine per questa crisi, che rimane irrisolta da anni nonostante l’attenzione mediatica e gli appelli umanitari.
Fragilità socio-politica e impatto regionale
L’aumento dei flussi nel 2024 permette di valutare la fragilità della situazione socio-politica nel Myanmar e le difficoltà del Bangladesh nel continuare a ospitare rifugiati in numero crescente. Alle tensioni internazionali si sommano problemi umanitari complessi che richiedono interventi concreti e coordinati da più parti.
“La situazione resta critica e richiede un impegno urgente da parte della comunità globale,” ha sottolineato Babar Baloch.