Il mercato italiano delle costruzioni incontra una fase di rallentamento nel 2025 con una contrazione attesa del 6,1%, secondo quanto evidenziato dal 38° rapporto Cresme. Nonostante il calo nelle attività edili, la richiesta di nuove abitazioni non accenna a diminuire e resta un divario significativo di oltre 250.000 case mancanti. Questa dinamica pone sfide importanti per il settore, segnando la fine di un ciclo segnato dai bonus edilizi e l’avvio di una nuova fase dominata dai lavori pubblici.
Andamento del mercato delle costruzioni nel 2025: numeri e contesto
Il valore complessivo della produzione delle costruzioni manterrà comunque livelli elevati, superando i 285 miliardi di euro. Questo dato include impianti, investimenti, opere pubbliche e attività di manutenzione ordinaria. Tuttavia, la crescita che aveva caratterizzato il settore negli anni precedenti con i bonus per la riqualificazione energetica sta scomparendo. Il rallentamento si era già manifestato a fine 2024 con un calo del 2,7%, anticipando la fase di normalizzazione attesa per il 2025.
Gare per lavori pubblici e trend delle infrastrutture
Nel primo trimestre del 2025, le gare per lavori pubblici hanno totalizzato 28 miliardi di euro, un valore inferiore rispetto al 2024 ma ancora superiore rispetto ai livelli d’investimento pre-pandemia. Le infrastrutture civili sono destinate a crescere dell’8,8%, mentre l’edilizia pubblica non residenziale prevede un aumento del 18,5%. Questi dati indicano un cambio di scenario nel settore, dove il motore principale sono diventate le opere pubbliche più che le ristrutturazioni private.
La fine dell’epoca dei bonus edilizi e le conseguenze sulla riqualificazione
L’esaurimento degli incentivi come il Superbonus 110% ha provocato un brusco rallentamento nel comparto delle ristrutturazioni. Si prevede una diminuzione dell’11,2% per la riqualificazione del patrimonio edilizio nel 2025. Nel segmento delle ristrutturazioni residenziali si attendono cali più marcati, fino al 20,8%. Nel 2022 la spesa per incentivi aveva raggiunto 46 miliardi di euro; ora è destinata a scendere a 16,6 miliardi nel 2024 per assestarsi a valori quasi marginali nel 2025.
Il superbonus e l’impatto residuo nel mercato
Nonostante la riduzione, il Superbonus continua a incidere con 3,4 miliardi di lavori asseverati nei primi mesi dell’anno. Questo testimonia un’attenzione residua verso le detrazioni, ma che difficilmente sosterrà il settore come in passato. Il mercato delle costruzioni si trova quindi a dover affrontare una nuova fase, in cui la riqualificazione perde il suo ruolo trainante.
Emergenza abitativa: mancano 250.000 nuove case per la domanda reale
Il rapporto Cresme sottolinea una contraddizione evidente: la domanda abitativa si mantiene elevata, ma la capacità di risposta del settore resta insufficiente. Negli ultimi anni la popolazione italiana si è ridotta di quasi un milione, mentre le famiglie sono aumentate di oltre 700.000, soprattutto con la diffusione di nuclei familiari più piccoli. Questa evoluzione eleva la richiesta di abitazioni più flessibili e compatte, adatte a diverse fasce d’età tra cui giovani e anziani.
Il deficit di almeno 247.000 abitazioni evidenzia un problema strutturale: l’offerta edilizia italiana non riesce a seguire i cambiamenti demografici e sociali. Il rapporto tra nuove costruzioni e famiglie nuove è tra i più bassi in Europa, e la tipologia degli alloggi non risponde alle nuove esigenze, generando una crisi abitativa concreta su scala nazionale.
Il 2025 tra sfide e potenziali sviluppi futuri
Il 2025 segnerà l’ingresso in una fase più tranquilla dopo anni di crescita forte eolica. Cresme prevede che il calo proseguirà anche nel 2026, con un ulteriore -2,1%, mentre nel 2027 la contrazione si limiterà allo 0,1%. Nonostante questo, i livelli di investimento nell’edilizia rimarranno superiori del 30% rispetto al periodo pre-2014. Il dato mostra una perdita di slancio ma mantiene il mercato più attivo rispetto a un decennio fa.
Incertezze legate a politiche ambientali e “case green”
Non mancano incertezze legate alle politiche ambientali e alle direttive europee “case green”, che impongono nuovi standard per gli edifici. Sarà queste scelte istituzionali a definire in modo più preciso l’evoluzione del mercato nelle prossime stagioni, soprattutto in relazione alla sostenibilità e all’efficientamento energetico. L’orizzonte resta quindi aperto, con un settore che deve adattarsi ai tempi cambiati dopo l’era straordinaria dei bonus edilizi.