L’utilizzo del legno ingegnerizzato clt nella costruzione di edifici ha preso piede negli ultimi anni, ma la sua applicazione in ospedali è ancora poco diffusa. Una ricerca condotta dalle università di Oregon e Portland mette in dubbio la credenza secondo cui il legno non sarebbe un materiale igienico adatto a strutture sanitarie. Lo studio dimostra come il clt possa offrire proprietà antibatteriche efficaci e risultare una valida alternativa ai materiali tradizionali come plastica e acciaio.
La percezione del legno negli ambienti sanitari
Gli ospedali richiedono ambienti sterili, dove la presenza di batteri e microrganismi deve essere ridotta al minimo. Il legno, a causa della sua natura porosa, è spesso considerato come un materiale problematico da un punto di vista igienico. Nel settore sanitario si preferiscono superfici lisce e facilmente disinfettabili, come metalli o plastiche. Tuttavia, questa diffidenza verso il legno è un pregiudizio che lo studio guidato dal professor Mark Fretz mette in discussione.
Commenti del professor fretz
Il professor Fretz spiega che il legno trasferisce i microbi a una velocità inferiore rispetto a materiali meno porosi come l’acciaio inossidabile. Questo dato risulta controintuitivo ma deriva dall’analisi diretta della presenza batterica sulle superfici degli elementi in clt. Lo studio si è concentrato su come il legno si comporta in presenza di umidità, un fattore importante per la proliferazione microbica, simulando condizioni vicine a quelle degli ambienti ospedalieri.
Metodologia dello studio e condizioni di prova
Gli studiosi hanno preso campioni di legno ingegnerizzato clt, sia in versione trattata con vernici, sia non trattata. Questi campioni sono stati esposti a una miscela di microbi tipici delle strutture ospedaliere e a cicli controllati di bagnatura per replicare ambienti umidi. Ogni pezzo è stato sigillato in scatole di plastica disinfettate, dove l’aria veniva filtrata e rinnovata a frequenze pari a quelle prescritte dalle normative sanitarie.
Durante i quattro mesi di monitoraggio, sono stati prelevati campioni per valutare la carica batterica e la quantità di composti organici volatili rilasciati. Una scatola di plastica vuota ha fatto da controllo, per confrontare i risultati con superfici non lignee o metalliche. Questa metodologia ha permesso di osservare come il legno risponde a condizioni simili a quelle di un ospedale reale, anche in termini di mantenimento dell’igiene.
Emissioni di composti organici volatili e proprietà antimicrobiche del legno
Alla prima inoculazione microbica, è stato registrato un aumento significativo delle emissioni di VOC, soprattutto di acetoino, un composto associato all’attività batterica. Interessante notare che il legno non trattato rilasciava principalmente VOC naturali, come i terpeni, sostanze aromatiche caratteristiche del legno che hanno dimostrato effetti antimicrobici.
Le superfici trattate con vernici, invece, emettevano VOC di origine sintetica, legati a solventi o plastificanti, maggiormente persistenti nell’aria. Dopo la fase iniziale, l’emissione di tutti i composti è calata rapidamente fino a quasi azzerarsi. Questi risultati evidenziano che, oltre a non favorire il proliferare dei batteri, il legno clt può contribuire a creare un ambiente interno con minori sostanze chimiche artificiali in circolazione.
Analisi della carica batterica e comparazione con materiali sintetici
Il monitoraggio della presenza di batteri sulle superfici ha mostrato una differenza netta tra il legno ingegnerizzato e la plastica. Il clt trattato ha mantenuto una carica batterica molto bassa, migliore rispetto agli altri materiali. Il legno non trattato aveva una comunità microbica più varia, ma comunque inferiore rispetto alla plastica di controllo.
Questi dati indicano che il legno ingegnerizzato può contenere e limitare la crescita di batteri anche in condizioni favorevoli alla loro diffusione, come l’umidità. La giusta ventilazione e condizioni ambientali controllate, tipiche degli ospedali, contribuiscono a mantenere questi valori bassi e sicuri per il personale e i pazienti.
Potenzialità del clt per spazi critici come ospedali e industrie alimentari
Questa ricerca conferma come il legno ingegnerizzato clt, se adeguatamente trattato e installato in ambienti con ricambio d’aria efficace, rappresenti una scelta valida anche per spazi sensibili. La sua capacità di ridurre la carica batterica, unita al rilascio di composti naturali antimicrobici, apre nuove possibilità per l’uso del legno in strutture ospedaliere o industrie dove l’igiene è imprescindibile.
L’adozione del clt in questi contesti va accompagnata da una progettazione attenta degli impianti di ventilazione e da regolari protocolli di pulizia per mantenere l’efficacia antibatterica. La presenza di legno può, in più, migliorare la qualità dell’ambiente percepito, senza compromettere i requisiti sanitari. La pubblicazione del lavoro su Frontiers in Microbiomes sottolinea l’interesse crescente verso materiali alternativi più sostenibili e compatibili con la salute degli ambienti interni.