Gli studenti della 4/a Q dell’Iiss Salvemini di Fasano, in provincia di Brindisi, hanno scelto una forma insolita per chiudere il loro percorso scolastico. Pochi minuti dopo aver sostenuto la prova orale della maturità, hanno organizzato un flash mob silenzioso in segno di protesta contro le stragi nella striscia di Gaza. L’iniziativa va oltre un semplice gesto simbolico: si tratta del frutto di un lavoro intenso legato al loro percorso di Educazione Civica.
Un flash mob contro le stragi di gaza: il gesto degli studenti
Appena usciti dall’esame di maturità, gli alunni hanno deciso di trasformare la tensione e l’emozione in un messaggio pacifista. Davanti all’istituto Salvemini, hanno esposto un grande cartellone con una citazione tratta dall’articolo 11 della Costituzione italiana: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli». La scelta di questo passaggio, fondamentale per l’identità civile italiana, è stata affidata alle alunne Rebecca Angelini e Federica Decarolis che hanno preso il ruolo di portavoce silenziose del gruppo.
Il simbolismo delle magliette bianche
Successivamente, ogni studente ha indossato una maglietta bianca: simbolo di purezza e pace, come spiegato dal giovane Samuele Antico che ha progettato graficamente la grafica. Al centro di queste t-shirt c’era un’immagine particolare realizzata dall’artista e graphic designer Vink. Si tratta di una reinterpretazione della celebre “Guernica” di Picasso, aggiornata con i colori della bandiera palestinese. Il riferimento a questa opera richiama la sofferenza causata dalla guerra e vuole sottolineare come vittime innocenti subiscano conseguenze devastanti, nello specifico i bambini palestinesi uccisi negli ultimi eventi.
Il flash mob non ha richiamato cori o urla, ma solo silenzio e la forza di un messaggio visivo molto forte, volto a sensibilizzare chiunque passasse davanti alla scuola. In tal modo le nuove generazioni hanno espresso una ferma volontà di pace e rifiuto degli scontri armati, scegliendo uno spazio pubblico e simbolico come la loro scuola.
Educazione civica e impegno: il percorso formativo che ha portato al flash mob
Questa manifestazione è stata l’epilogo di un percorso di Educazione Civica condotto durante l’anno scolastico. Secondo quanto hanno dichiarato i docenti di riferimento, l’obiettivo è stato mettere in pratica i concetti teorici acquisiti, stimolando la responsabilità civica dei ragazzi. Il progetto si è proposto di andare oltre l’apprendimento tradizionale, facendo emergere un senso di consapevolezza sociale.
Durante il percorso l’attenzione si è rivolta anche al testo “La testa ben fatta” di Edgar Morin. Gli studenti hanno lavorato su questo libro perché pone attenzione alla necessità di educare non solo la mente ma la vita intera. L’opera incoraggia a sviluppare un pensiero critico capace di comprendere il presente e le sue complessità, anziché limitarsi ai dati e alle informazioni.
La cittadinanza attiva in azione
Questo approccio ha aiutato i ragazzi a leggere con attenzione il contesto internazionale, mettendo a frutto il sapere accumulato per esprimere una posizione netta sulle vicende in corso nella striscia di Gaza. La costruzione del flash mob è stato un esercizio di cittadinanza attiva che ha coinvolto buona parte della classe, con l’incoraggiamento e la guida di professori come Rosanna Adami, Giuseppe Fanizza, Maria Cristina Pede e Maria Antonietta Proce.
La professoressa Fabiola Pesare, coordinatrice e referente di Educazione Civica, ha seguito ogni fase dell’iniziativa. Il risultato è stato un evento pacato ma carico di significato, che ha mostrato come una comunità scolastica possa affrontare temi globali partendo da una riflessione personale e collettiva.
Il valore della protesta silenziosa e il ruolo della scuola oggi
Il flash mob degli studenti di Fasano assume importanza anche se osservato nel quadro più ampio del ruolo della scuola. In tempi così complessi e segnati da conflitti aperti, i giovani dimostrano di voler prendere posizione in modo non aggressivo, usando l’arte e la cultura come strumenti di denuncia. L’assenza di festoni e brindisi ha lasciato spazio a una azione sobria, che non mira a spettacolarizzare un momento importante come la conclusione del percorso scolastico ma a invitare alla riflessione.
Questa iniziativa dimostra che la scuola non è solo un luogo di trasmissione di nozioni ma può diventare una piattaforma per la costruzione di coscienze civiche attive. In questa occasione si sono composti impegno, creatività e responsabilità sociale sotto lo stesso tetto, facendo della protesta silenziosa una scelta che parla all’intera comunità locale e nazionale.
Simboli e messaggi chiari
L’uso di elementi simbolici come la maglietta bianca o il richiamo a Guernica rende il messaggio chiaro e immediato. Gli studenti non si limitano a dire “no” alla guerra, ma propongono un modo di essere e di agire nel mondo, con i valori della pace fortemente radicati nella Carta costituzionale italiana. Anche in questo contesto, la scuola diventa laboratorio aperto di democrazia e impegno civile, tracciando nuove strade per un’educazione partecipata e attiva.
Questi ragazzi di Fasano rappresentano una generazione che intende restituire concretezza e senso alle parole della Costituzione attraverso gesti significativi e condivisi, assumendo il loro ruolo di cittadini consapevoli in un momento cruciale del loro percorso di vita.