La discussione sulla riforma della riscossione tributaria locale si è accesa durante l’audizione del presidente dell’anci e sindaco di Napoli, Gaetano manfredi, davanti alla commissione finanza del senato. L’attenzione si concentra sul decreto legislativo riguardante i tributi regionali e locali e il federalismo fiscale. Manfredi ha messo in chiaro la sua posizione riguardo alla proposta avanzata dal ministro Giuseppe Giorgetti, che prevede la creazione di un ente specifico per la riscossione locale.
Le ragioni del no a una nuova agenzia delle entrate
Gaetano manfredi ha respinto l’ipotesi di istituire una seconda agenzia delle entrate, sottolineando che un organismo parallelo non trova sostegno né tra i sindaci né negli ambienti istituzionali coinvolti nel sistema fiscale locale. Il presidente dell’anci ha osservato che replicare una struttura simile creerebbe sovrapposizioni inutili e rischia di complicare ulteriormente la gestione tributaria sul territorio. Questo duplice sistema, secondo manfredi, non risolverebbe i problemi esistenti ma potrebbe invece aumentarli, generando confusione sia per gli enti che per i contribuenti.
Il sindaco di Napoli ha poi evidenziato la necessità di adottare soluzioni più flessibili e su misura, che possano adattarsi alle particolarità delle varie realtà territoriali. Spingere verso una nuova agenzia nazionale, invece, comporterebbe costi amministrativi maggiori e un processo decisionale più lento. In questo senso, ha valorizzato l’esperienza maturata dai comuni e dalla stessa Anci, che hanno sviluppato competenze per gestire in modo efficace le funzioni fiscali locali senza l’intervento diretto di un nuovo ente.
La richiesta di uno strumento diverso per la riscossione locale
Durante l’audizione, manfredi ha espresso in modo chiaro la necessità di uno strumento alternativo, costruito per rispondere alle esigenze concrete degli enti locali e non replicare modelli centralizzati. Questo strumento dovrebbe soprattutto semplificare la riscossione dei tributi e garantire maggiore trasparenza, riducendo i tempi e i costi di gestione. A suo avviso, la priorità riguarda un approccio integrato che coinvolga direttamente comuni e regioni, valorizzando le rispettive autonomie amministrative.
Una rete ottimizzata delle risorse territoriali
La proposta del presidente dell’anci punta a creare un meccanismo in grado di mettere in rete le strutture territoriali esistenti, ottimizzando le risorse senza causare pagine burocratiche ulteriori. In questo modo sarà possibile migliorare il rapporto con i cittadini e fluidificare la riscossione, evitando duplicazioni o conflitti tra enti diversi. L’obiettivo dichiarato riguarda una gestione più efficiente, capace di adattarsi alle dinamiche locali, non un’imposizione uniforme.
Le implicazioni per il federalismo fiscale e i tributi regionali
La discussione sul decreto legislativo si inserisce in un contesto più ampio, quello del federalismo fiscale regionale. Manfredi ha sottolineato come i tributi locali rappresentino una voce importante per i bilanci degli enti, ma la loro gestione resta spesso frammentata. La creazione di un sistema integrato di riscossione potrebbe favorire una maggiore autonomia finanziaria e responsabilità da parte dei comuni e delle regioni.
Un ruolo centrale per comuni e regioni
Eppure, per il sindaco di Napoli, le soluzioni devono passare dalla collaborazione tra i vari livelli di governo, rispettando le specificità territoriali. Un ente centralizzato rischierebbe di diminuire invece il ruolo delle realtà locali, creando un conflitto tra competenze e funzioni. Inoltre, ha evidenziato come l’inefficienza attuale non dipenda solo dalla struttura di riscossione, ma anche da norme complesse e dalla mancanza di coordinamento.
Il dibattito resta aperto, con un confronto serrato tra le posizioni del governo e quelle degli enti locali. Manfredi ha ribadito, davanti al senato, che “la strada da seguire richiede strumenti innovativi ma aderenti alle realtà esistenti, senza stravolgere l’assetto attuale.” Le decisioni che verranno prese influenzeranno il modo in cui i cittadini percepiscono la fiscalità locale e l’efficacia della pubblica amministrazione nei prossimi anni.