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Aumento dell’uso di pesticidi illegali in europa tra Grecia e Bulgaria, emergono nuovi dati

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L’impiego di pesticidi non autorizzati nell’agricoltura europea è cresciuto, con conseguenze che riguardano salute e ambiente. Grecia e Bulgaria sono coinvolte in un traffico ormai radicato e sofisticato, con sostanze vietate che si diffondono attraverso canali illegali. Le autorità europee segnalano un aumento considerevole di sequestri e casi legati a questi prodotti, evidenziando una problematica crescente per agricoltori e consumatori.

Il traffico illegale di pesticidi tra Grecia e Bulgaria

Un episodio particolare riguarda un piccolo villaggio bulgaro, dove gli abitanti prenderebbero ordini per conto di un individuo soprannominato “il Bulgaro”, capo di un canale di distribuzione illegale. Il contrabbando passa da qui e raggiunge l’agricoltura greca, dove gli agricoltori acquistano svariate sostanze a prezzi ridotti rispetto ai prodotti legali. Questi pesticidi, venduti in bottigliette di plastica poco appariscenti, sono spesso nascosti in modi ingegnosi, come dentro pneumatici di scorta o trasportati via mare su zattere impiegate da trafficanti di esseri umani.

Le sostanze sequestrate da Europol e le forze dell’ordine mostrano che si tratta di pesticidi vietati nell’Unione europea da anni, per la loro pericolosità per salute umana e ambiente. Dal 2015 al 2024, la percentuale di pesticidi illegali nel mercato agricolo dell’UE è passata dal 10 al 14%, toccando il 25% in alcune zone della Grecia secondo l’Associazione greca per la protezione delle colture . Questi numeri riflettono un commercio più strutturato e articolato, paragonabile a quello gestito dalla criminalità organizzata, con ruoli distinti per importazione, stoccaggio e distribuzione.

Le autorità bulgare hanno intensificato i controlli dal 2024, ma la diffusione resta difficile da frenare completamente. La Grecia segue un impegno di tutela della salute pubblica e si sforza di mantenere la legalità nel settore agricolo. Nel 2022 la polizia europea ha sequestrato oltre 2mila tonnellate di prodotti illeciti, cifra superiore di quattro volte rispetto al 2019, ma gran parte dei traffici resta nascosta.

Rischi per la salute legati ai pesticidi vietati

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, i pesticidi più vecchi e meno costosi accumulano tossine che persistono nel suolo e nelle falde acquifere anche per anni. L’esposizione può causare effetti acuti o cronici sulla salute umana, a seconda della dose e della modalità di contatto. Nel 2024 le autorità greche hanno individuato almeno una dozzina di pesticidi illegali, vietati dal 2009, con analisi condotte dall’Istituto Fitopatologico Benaki di Atene.

Spesso i prodotti sequestrati mostrano etichette in lingue straniere, come bulgaro e turco, o sono scritti a mano per evitare tracciamenti. Alcuni sembrano legali ma contengono sostanze contraffatte, con solventi misteriosi che aumentano la pericolosità. Secondo polizia e Europol, molte di queste sostanze provengono dalla Cina. Prodotti agricoli greci come olive, pomodori, uva e arance presentano residui di pesticidi vietati, secondo dati governativi.

Alcuni medici della Grecia hanno osservato un aumento di malattie respiratorie negli ultimi anni, sospettando un legame con l’esposizione a queste sostanze tossiche. Il governatore della Tessaglia, Dimitris Kouretas, ha descritto la situazione come grave, evidenziando come la sorveglianza e i sequestri siano strumenti essenziali per proteggere la popolazione.

Andamento delle vendite di pesticidi legali nell’Unione europea

Nel 2023, le vendite di pesticidi autorizzati nell’Unione europea hanno raggiunto un minimo dai primi rilevamenti del 2011, attestandosi a circa 292mila tonnellate. Queste cifre indicano una diminuzione nel consumo di prodotti chimici regolamentati. I fungicidi e battericidi hanno rappresentato la quota maggiore, con quasi il 39% delle vendite totali.

I maggiori utilizzatori restano Francia, Spagna, Germania e Italia, che insieme coprono metà della superficie agricola coltivabile dell’UE e rappresentano il 52% della terra dedicata alle coltivazioni. Questi Paesi mantengono una posizione centrale anche nella produzione agricola europea. Il contrasto tra la diminuzione dei prodotti legali e il contemporaneo aumento di quelli illegali indica un problema complesso per le autorità e gli agricoltori.

Lo scenario porta a riflettere sul bilanciamento tra necessità di protezione dei raccolti e sicurezza ambientale e sanitaria. Le misure messe in atto mirano a promuovere prodotti nuovi e autorizzati capaci di sostituire quelli vietati, col fine di ridurre l’impatto negativo senza compromettere la produttività agricola. La situazione in Grecia e Bulgaria mostra come il mercato illegale riesca a inserirsi in assenza di alternative accessibili e convenienti per chi lavora nel settore.

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