Nel panorama del cinema contemporaneo, il film “Di là dal fiume”, diretto da Paula Ortiz e uscito nelle sale italiane nel 2023, si presenta come un’opera affascinante e densa di significati. Ispirato all’ultimo romanzo di Ernest Hemingway, “Di là dal fiume e tra gli alberi”, il film esplora temi di amore, perdita e memoria, ambientando la sua narrazione in una Venezia che, per il suo fascino decadente e crepuscolare, diventa un personaggio a sé stante.
La figura di Richard Cantwell
Al centro della storia c’è Richard Cantwell, interpretato da Liev Schreiber, un colonnello dell’esercito americano di 51 anni, che porta con sé il peso di un passato drammatico e una malattia terminale. La sua figura, un “mastino” con “la morte cucita addosso”, rappresenta un archetipo di eroe tragico, che combatte non solo contro i nemici esterni ma anche contro i demoni interiori. Cantwell è un uomo che ha sacrificato tutto per il suo paese e ora si trova a fare i conti con un’esistenza vuota, in cui i ricordi di un amore perduto e di una vita felice sembrano affievolirsi giorno dopo giorno.
La giovane contessa Renata Contarini
In questo contesto, la giovane contessa Renata Contarini, interpretata da Matilda De Angelis, entra nella vita di Richard come una brezza fresca, portando con sé una giovinezza indolente e inquieta. La loro relazione, seppur effimera, diventa un momento di riflessione e introspezione per entrambi i personaggi. Renata vive nel suo palazzo nobiliare insieme alla madre, interpretata da Laura Morante, e rappresenta un legame con un passato che Richard non riesce a dimenticare. La loro interazione, anche se breve, è carica di tensione emotiva e simbolismo, mostrando come l’amore possa essere un’ancora di salvezza anche nei momenti più bui.
L’atmosfera di Venezia e il legame con Hemingway
Il film è stato girato interamente a Venezia durante il periodo della pandemia, conferendo alla città un’atmosfera quasi onirica e spettrale. Le strade deserte e i canali silenziosi diventano un palcoscenico perfetto per l’esplorazione dei temi di solitudine e ricerca di identità. La regista Paula Ortiz riesce a catturare l’essenza di una città che, pur nella sua bellezza, porta con sé il peso della storia e della memoria collettiva.
Non si può non notare il forte legame con la biografia di Hemingway. Il romanzo da cui il film trae ispirazione è stato scritto in un periodo cruciale della vita dello scrittore, caratterizzato da incontri significativi e da una continua ricerca di significato. Tra i momenti salienti della vita di Hemingway, si ricordano:
- L’incontro con il colonnello Charles T. Lanham in Normandia, il 26 luglio 1944.
- L’incontro con Adriana Ivancich nell’autunno del 1948 a Caorle, che avrebbe ispirato molte delle sue opere.
Questi legami, caratterizzati da una forte tensione romantica e da una profonda comprensione reciproca, trovano eco nella relazione tra Richard e Renata, permettendo al film di esplorare non solo l’amore, ma anche la nostalgia e il rimpianto.
La regista Paula Ortiz applica nel suo lavoro la cosiddetta “teoria dell’iceberg” di Hemingway, un principio secondo cui il significato di una storia va oltre le parole espresse. Attraverso omissioni e suggerimenti, il film riesce a trasmettere emozioni e stati d’animo complessi, permettendo agli spettatori di immergersi in una narrazione che stimola la riflessione e la connessione personale.
Oltre ai protagonisti, il cast include attori di spicco come Danny Huston, Massimo Popolizio, Maurizio Lombardi e Sabrina Impacciatore, tutti impegnati a dare vita a personaggi che arricchiscono ulteriormente la narrazione. Il film, prodotto da Tribune Picture, si distingue non solo per la sua trama avvincente, ma anche per la sua cura visiva e la capacità di evocare atmosfere uniche.
La scelta di portare “Di là dal fiume” nelle sale italiane solo ora, mentre negli Stati Uniti è visibile in streaming da tempo, solleva interrogativi sulle dinamiche del mercato cinematografico. Tuttavia, offre anche ai fan di Hemingway e del cinema un’opportunità per immergersi in un’opera che promette di rimanere impressa nella memoria collettiva. In un mondo in cui il passato sembra spesso distante e irraggiungibile, “Di là dal fiume” rappresenta un ponte tra le generazioni, un richiamo alla bellezza dell’amore e alla necessità di fare i conti con ciò che siamo stati.