Le recenti analisi effettuate nell’ambito della nuova indagine sul delitto di Chiara a Garlasco hanno confermato l’identità del sangue repertato all’interno della villa dove la giovane è stata trovata morta il 13 agosto 2007. I risultati, che rafforzano quelli raccolti 18 anni fa, hanno escluso ogni traccia maschile e hanno puntato esclusivamente sul profilo genetico di Chiara.
I risultati delle analisi sul sangue repertato
Durante le ultime attività investigative, le forze dell’ordine hanno esaminato diversi campioni di sangue prelevati dall’interno dell’abitazione in cui è avvenuto il delitto. Il sangue identificato su un frammento del tappetino nel bagno e sui gradini delle scale, proprio in fondo alle quali la vittima è stata scoperta, appartiene a Chiara. Non si sono trovate tracce di altri profili genetici, maschili in particolare, tra le tracce di sangue raccolte.
Analisi autoptiche e conferme genetiche
Le tre analisi autoptiche effettuate su tamponi prelevati dalla vittima concorrono a confermare questo dato. Il profilo genetico su ciascun campione corrisponde esclusivamente a Chiara. Questo elemento agisce come un punto fermo nell’indagine, confermando con nettezza ciò che le prime analisi avevano già suggerito quasi due decenni fa, durante il primo accertamento.
Il ruolo degli esami sul materiale pilifero e i risultati mancati
In parallelo, i consulenti della difesa e dell’accusa hanno condotto esami su un segmento pilifero rinvenuto nei rifiuti della abitazione. Questa analisi aveva lo scopo di verificare la presenza di tracce biologiche eventualmente attribuibili a soggetti diversi dalla vittima. Tuttavia, l’esito si è dimostrato negativo: non è stato possibile ottenere un profilo genetico significativo dal materiale pilifero.
Un punto di sospensione per le indagini
Questo elemento rimane un punto di sospensione per gli investigatori: il mancato risultato non consente di trarre conclusioni riguardanti altri possibili sospettati o testimoni, ma mantiene sotto osservazione ulteriori piste investigative per chiarire la dinamica dell’omicidio e l’identità del soggetto coinvolto.
Conferme della continuità investigativa dopo 18 anni
La nuova indagine dei pubblici ministeri di Pavia ha portato alla ripetizione di quei rilievi, affidandoli a consulenti di parte incaricati dai protagonisti del processo. Le conferme ottenute sulle tracce ematiche indicano come le prove raccolte nel passato restino valide e supportino le ricostruzioni fin qui fatte.
Prove e tecniche più sofisticate
Non a caso, l’assenza di altre tracce genetiche è uno degli aspetti più rilevanti nel quadro accusatorio che da anni si sviluppa intorno al caso. Le tecniche di analisi del DNA adottate quest’anno, più sofisticate rispetto al 2007, non hanno mostrato nuove novità sul versante probatorio, almeno per quanto riguarda le tracce ricavate dalla scena del delitto.
L’inchiesta continua con l’obiettivo di mettere ordine nei punti oscuri, ma il dato emerso dalle analisi del sangue e la conferma del profilo di Chiara restano elementi centrali per comprendere le circostanze di quella tragica estate a Garlasco.