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Taiwan avvia manovre militari estese per simulare difesa da un possibile attacco cinese

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Taiwan ha iniziato un ciclo di esercitazioni militari su larga scala, volte a testare la propria capacità di difesa contro un eventuale attacco da parte della Cina. Queste manovre si collocano in un contesto di crescente tensione nello stretto di Taiwan, con Pechino che continua a reclamare l’isola come parte integrante del suo territorio. L’obiettivo dichiarato di Taipei è mostrare la prontezza delle proprie forze armate e rafforzare il messaggio deterrente nei confronti della Cina.

Durata e caratteristiche delle esercitazioni han kuang 2025

Le esercitazioni annuali di Taiwan, chiamate Han Kuang, sono iniziate il 9 luglio e si protrarranno fino al 18 del mese, con una durata quasi doppia rispetto all’edizione del 2024. Questo aumento di tempo consente di pianificare un numero più vasto di attività, coinvolgendo a pieno campo le capacità militari terrestri, navali e aeree dell’isola.

Dettaglio della mobilitazione

Han Kuang coinvolge migliaia di soldati, con una mobilitazione prevista di circa 22.000 riservisti, che rappresenta un incremento netto rispetto all’anno precedente. La preparazione include esercitazioni a fuoco vivo, simulazioni con lanciarazzi e droni, oltre al lancio di missili sviluppati internamente a Taiwan. Tra i sistemi impiegati vi sono anche quelli Himars, razzi mobili di fabbricazione statunitense.

Uno degli aspetti preponderanti di queste manovre è l’addestramento a operazioni definite di “resilienza urbana”: avvisi agli abitanti mediante cellulari, attivazione di sirene antiaeree e simulazioni di risposta a ipotetici attacchi nemici. Il training tiene conto specificamente delle tattiche di “guerra in zona grigia” adottate dalla Cina, come incursioni limitate e azioni militari non dichiarate.

Intensificazione delle attività militari cinesi attorno a taiwan

Nelle 24 ore che hanno preceduto l’inizio delle esercitazioni, le autorità di Taipei hanno registrato significativo movimento delle forze armate cinesi intorno all’isola. Secondo il ministero della Difesa taiwanese, 31 aerei e 8 navi da guerra dell’Esercito popolare di liberazione hanno condotto operazioni nelle prossimità dello stretto di Taiwan.

Sorveglianza e protocolli di risposta

Il dato più rilevante riguarda 24 jet militari cinesi impegnati nelle incursioni attraverso la linea mediana dello stretto, oltrepassando la cosiddetta zona di identificazione per la difesa aerea da diverse direzioni: nord, centro e sud-ovest. Taipei conferma di aver sorvegliato costantemente queste attività, mettendo in atto protocolli di risposta per monitorare eventuali evoluzioni.

Questi spostamenti militari rientrano in una strategia cinese di pressione continua sull’isola, con voli ripetuti e manovre navali che aumentano il rischio di incidenti o escalation nei rapporti bilaterali.

La posizione della cina sulla questione taiwanese

La Repubblica popolare cinese definisce Taiwan come un territorio “sacro” e “inalienabile”, sottolineando il diritto alla riunificazione nazionale in ogni modo, inclusa la forza se necessario. Questa posizione è stata ribadita con fermezza dal portavoce del ministero della Difesa cinese, Jiang Bin, che ha definito le esercitazioni di Taipei “un trucco ingannevole e un bluff”.

Secondo Pechino, ogni tentativo di Taiwan di rafforzare le proprie difese o di spostare l’attenzione internazionale sulla questione indipendentista sarà contrastato senza esitazioni dall’Esercito popolare di liberazione. La frase “tendenza alla riunificazione nazionale travolgente e irresistibile” indica la determinazione di non lasciare spazio a negoziati o compromessi in materia.

Il messaggio politico e militare che la Cina ha voluto lanciare è chiaro: nessuna manovra taiwanese, anche se armata e complessa, può frenarne la strategia di controllo sull’isola. Queste parole mantengono alta la tensione in un quadro geopolitico già segnato da rapporti complicati tra Pechino, Taipei e Washington.

La storia e l’importanza delle esercitazioni han kuang

Han Kuang si svolge ogni anno dal 1984, ponendo Taiwan tra i pochi stati in Asia a mantenere una tradizione consolidata di addestramento militare pubblico ad alta intensità. Questa serie di esercitazioni è pensata per dimostrare la capacità dell’isola di reagire ad attacchi simultanei da terra, mare e cielo.

Evoluzione tecnologica e gestione civile

Nei decenni, le manovre hanno visto progressivamente l’inserimento di tecnologia avanzata, dall’impiego di droni all’integrazione con sistemi missilistici e radar di ultima generazione. Le operazioni hanno sempre incluso simulazioni di attacco parziale e di difesa locale, per testare sia le forze attive sia le riserve.

Come parte delle esercitazioni, si progetta anche la gestione della popolazione civile. Le prove di “resilienza urbana” — avvisi via cellulari, sirene antiaeree e controllo delle comunicazioni — puntano a mantenere alta l’efficienza nelle situazioni di crisi vera. In questo modo, Taiwan cerca di sostenere la preparazione non soltanto militare ma sociale e logistica, elemento considerato fondamentale in un possibile conflitto.

La rilevanza di Han Kuang resta alta per Taipei anche alla luce delle recenti provocazioni militari cinesi e del coinvolgimento internazionale sulla questione taiwanese. Queste esercitazioni rappresentano un banco di prova per guadagnare tempo prezioso in caso di aggressione e per confermare pubblicamente la disponibilità a difendersi senza concessioni.

Lo scenario attuale proiettato dalle manovre e dalla risposta cinese suggerisce un aumento delle tensioni nello stretto di Taiwan, con riflessi possibili sull’equilibrio regionale e sul confronto globale attorno alla questione di Taiwan.

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