Un ingente sequestro di beni mobili e immobili, del valore complessivo di 4,3 milioni di euro, è stato disposto nei confronti di tre persone legate alla cosca Arena, attiva a Isola Capo Rizzuto, nel catanzarese. L’azione è stata condotta dalla Guardia di finanza nell’ambito di indagini volte a colpire il patrimonio riconducibile a presunti esponenti della ‘ndrangheta.
Dettagli sul sequestro e sui beni coinvolti
La misura cautelare patrimoniale ha riguardato tre soggetti: Antonio Poerio, 54 anni, Pasquale Poerio, 41, e Angelo Muraca, 66 anni. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Catanzaro, a seguito di una richiesta avanzata dalla Direzione distrettuale antimafia di quella città.
Il valore complessivo dei beni sequestrati supera i quattro milioni di euro. Tra questi figurano 23 unità immobiliari, 24 appezzamenti di terreno, partecipazioni in società e una ditta individuale. Questo patrimonio è stato acquisito dalle fiamme gialle, che hanno agito collegando le proprietà agli indagati e alla loro presunta vicinanza alla cosca Arena, nota per avere una presenza radicata nella zona.
L’attività si inserisce nel filone investigativo finalizzato a sottrarre risorse economiche e finanziarie alla criminalità organizzata, ostacolandone l’attività sul territorio.
Ruolo della guardia di finanza e contesto investigativo
L’operazione è stata eseguita da militari del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata e del comando provinciale di Catanzaro. Questi reparti sono specializzati in indagini patrimoniali legate alla criminalità mafiosa, con l’obiettivo di smantellare gli asset di gruppi che operano illegalmente.
Il sequestro segue indagini che hanno raccolto elementi ritenuti sufficienti per dimostrare la provenienza illecita dei beni sotto controllo delle tre persone coinvolte. Il collegamento con la cosca Arena è stato uno degli aspetti chiave per far scattare la misura di prevenzione da parte del tribunale.
Gli elementi emersi hanno permesso di individuare e bloccare risorse finanziarie e immobiliari riconducibili a presunti soggetti della ‘ndrangheta, impedendo così l’uso di tali beni per fini criminali.
Legami con l’operazione “jonny” e precedente attività giudiziaria
Antonio Poerio, Pasquale Poerio e Angelo Muraca erano già stati coinvolti nel 2017 nell’operazione “Jonny“, un’inchiesta condotta sempre dalla Dda di Catanzaro. In quella occasione furono documentati legami con ambienti criminali legati alla ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto.
L’allora procedimento giudiziario rappresentò un passaggio importante nelle attività investigative mirate a contrastare la cosca Arena e i suoi affiliati. Gli sviluppi più recenti dimostrano come le autorità abbiano continuato a seguire i movimenti economici degli indagati per smantellarne il sostegno finanziario.
Il sequestro del patrimonio evidenzia la strategia giudiziaria di colpire la struttura economica dietro la criminalità organizzata, limitando la capacità di investimento e controllo del territorio da parte della cosca.
Questa azione si inserisce in un quadro più ampio di interventi contro la criminalità organizzata, rafforzando la pressione sul tessuto mafioso nel catanzarese e non solo.