Negli ultimi mesi la Grecia ha registrato un aumento significativo degli sbarchi dal nord Africa, in particolare sull’isola di Creta. Per contenere l’emergenza migratoria, il governo greco ha deciso di sospendere temporaneamente l’esame delle richieste di asilo presentate da chi arriva via mare da queste zone. Le mosse di Atene coinvolgono anche la costruzione di nuove strutture per l’accoglienza e accordi con le autorità libiche per fermare le partenze. Vediamo i dettagli di questa svolta nella gestione del flusso migratorio.
La decisione di sospendere l’esame delle richieste di asilo per tre mesi
Il primo febbraio 2025, durante un intervento in Parlamento, il premier Kyriakos Mitsotakis ha annunciato la sospensione per tre mesi dell’analisi delle domande di asilo presentate da migranti sbarcati in Grecia via mare dal nord Africa. Questa misura è stata presa a seguito della crescente pressione sulle strutture di accoglienza, specialmente a Creta, dove le imbarcazioni sono arrivate in numero crescente.
Il governo definisce la situazione “emergenziale”, richiedendo pertanto una risposta urgente ed organizzata. Lo stop temporaneo a questi esami vuole alleggerire la gestione amministrativa a seguito della saturazione dei centri. Gli arrivi continuano, però molti candidati all’asilo non saranno considerati per questa finestra di tempo.
Mitsotakis ha specificato che la Commissione europea è stata informata della scelta di Atene. La sospensione vuole soprattutto mandare un messaggio chiaro: la Grecia intende limitare con fermezza il transito di migranti via mare dal nord Africa verso il proprio territorio. Questa decisione assume un rilievo politico notevole soprattutto in vista degli impegni europei sul fenomeno migratorio.
Le nuove strutture di accoglienza previste a Creta per il controllo dei flussi
In parallelo alla sospensione dell’esame delle domande, il premier Mitsotakis ha confermato la realizzazione sull’isola di Creta di una struttura di accoglienza chiusa e permanente. L’obiettivo è creare un punto di riferimento stabile per la gestione locale dei migranti che arrivano via mare.
A differenza dei centri attuali, la struttura sarà a regime controllato e non si limiterà a ospitare temporaneamente i migranti ma offrirà un sistema più rigido per la loro permanenza. Si tratta di un passo significativo, volto a evitare il sovraffollamento e a migliorare il coordinamento con le forze di sicurezza.
La struttura risponde alla necessità di controllare più efficacemente un punto d’ingresso che negli ultimi mesi ha visto il numero degli sbarchi crescere notevolmente. L’isola rappresenta un nodo chiave per i flussi migratori provenienti dal nord Africa e la nuova infrastruttura dovrebbe supportare le operazioni di identificazione e gestione nel lungo termine.
La collaborazione con la libia per bloccare le partenze delle imbarcazioni
Il premier Mitsotakis ha detto anche di mantenere attivi colloqui con i governi della Libia occidentale e orientale, entrambi riconosciuti a livello internazionale, per fermare sul nascere le partenze delle imbarcazioni dirette verso la Grecia. Le consultazioni coinvolgono diversi livelli diplomatici e includono la cooperazione militare.
Secondo Mitsotakis le forze armate greche sono pronte a collaborare con le autorità libiche per impedire che le imbarcazioni partano dalle coste libiche. Questa strategia mira ad intervenire direttamente nell’area di origine dei flussi migratori, riducendo così la pressione sui confini marittimi ellenici.
Il rafforzamento dei rapporti con Tripoli e con il governo di Tobruk si inserisce in una politica estera che punta a contenere il fenomeno migratorio in modo più controllato ed efficace. Il dialogo con la Libia, paese da cui partono molte imbarcazioni, è considerato un elemento chiave per gestire l’esodo irregolare nella regione del Mediterraneo centrale.
Misure integrate per controllo e prevenzione
Con questo insieme di misure, il governo di Atene intende fronteggiare una situazione che rischia di sfuggire di mano, intervenendo sia sul fronte dell’accoglienza che su quello della prevenzione delle partenze. Lo scenario rimane complesso e in evoluzione, con la Grecia che prova a negoziare e applicare controlli a più livelli.