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Il presidente della colombia Gustavo Petro convoca una conferenza internazionale su Gaza a Bogotà

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Il presidente della colombia, Gustavo Petro, ha annunciato la convocazione di una conferenza internazionale prevista per il 15 luglio a Bogotà. L’iniziativa mira a definire misure giuridiche, diplomatiche ed economiche per fronteggiare la crisi umanitaria nella striscia di Gaza e fermare quella che definisce la “distruzione di Israele” in quella regione. L’appuntamento coinvolgerà ministri di diversi paesi, con l’obiettivo di sviluppare una risposta multilaterale e concreta a livello globale.

La proposta di Gustavo Petro e il contesto internazionale

La convocazione nasce da un articolo di Gustavo Petro pubblicato sul giornale inglese The Guardian, rilanciato dai media colombiani. Nel testo, il presidente insiste sulla necessità di un incontro urgente e aperto, sottolineando come la comunità internazionale si trovi difronte a una prova fondamentale il 15 luglio. Petro spiega che insieme al governo del Sudafrica, con cui condivide la presidenza del Gruppo dell’Aia, organizzerà questa conferenza d’emergenza. Il Gruppo dell’Aia include anche paesi come Cuba, Bolivia, Honduras, Malesia, Senegal e Namibia.

Un vuoto di leadership internazionale

Il presidente evidenzia come la comunità internazionale, dopo il rinvio indefinito della conferenza proposta dall’Onu e copresieduta da Francia e Arabia Saudita, non abbia più avuto una leadership chiara sulla questione palestinese. Questo vuoto ha lasciato un terreno fertile per la deteriorazione della situazione umanitaria. Petro definisce quindi necessario abbandonare formulazioni generiche di condanna e passare all’azione multilaterale diretta.

Obiettivi e intenti della conferenza di Bogotà

Il principale intento della conferenza è mettere a punto strumenti concreti per fermare la distruzione della popolazione nella striscia di Gaza, utilizzando leggi internazionali, pressione diplomatica e strumenti economici mirati. Petro specifica che la difesa del diritto internazionale deve essere al centro di ogni decisione e che nessuno Stato dovrebbe trovarsi al di sopra della legge.

La conferenza intende riunire ministri e rappresentanti di paesi di tutto il mondo che accetteranno di lavorare insieme a una strategia comune. La proposta mira a interrompere forme di complicità tangibili, richiamandosi a casi concreti come porti, fabbriche o tribunali che, in vari paesi, potrebbero essere collegati a sostegni indiretti o diretti della crisi. La spinta è per una mobilitazione reale, con decisioni pratiche a livello internazionale.

Il ruolo del gruppo dell’Aia e la visione multilaterale

Il Gruppo dell’Aia, guidato da colombia e Sudafrica, nasce nel gennaio 2025 proprio per affrontare temi legati al rispetto del diritto internazionale davanti alle crisi globali. I membri fondatori puntano a superare gli interessi nazionali per coordinare risposte multilaterali più forti. In questo caso, la scelta di promuovere la conferenza a Bogotà rappresenta un momento di impegno diretto in una crisi epocale che coinvolge decine di milioni di persone.

Critiche agli approcci autoritari

Petro critica duramente la posizione di leader come Donald Trump e Benjamin Netanyahu, che secondo lui propongono una visione basata sulla forza e il potere al di sopra della legge. L’appuntamento vuole proprio contestare questa impostazione, riportando l’attenzione sul principio di sovranità degli Stati e il rispetto delle norme internazionali.

La scelta dei paesi membri e la natura multilaterale della convocazione rappresentano anche un tentativo di mobilitare nazioni dall’America Latina, Africa, Asia e Medio Oriente per trovare una via condivisa di uscita dalla crisi, tenendo conto anche delle pesanti ripercussioni umanitarie che aggravano ulteriormente la situazione della popolazione palestinese.

L’evento di Bogotà avrà modo di mostrare come alcuni governi stiano iniziando a muoversi per rompere l’immobilismo della diplomazia tradizionale, aprendo la strada a iniziative pratiche concrete, in un contesto geopolitico sempre più teso e delicato.

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