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i costi energetici penalizzano l’europa, von der Leyen chiede investimenti in reti e stoccaggio

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L’Europa affronta una forte pressione causata dai costi elevati dell’energia, un elemento che limita la sua competitività sul piano internazionale. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha sottolineato la necessità di rafforzare gli investimenti nelle infrastrutture energetiche, per migliorare l’efficienza e ridurre la dipendenza dalle fonti esterne, in particolare dal gas e petrolio provenienti dalla Russia.

La situazione attuale dei costi energetici in europa

I costi dell’energia rappresentano da tempo un problema rilevante per i paesi europei. I prezzi al consumo e per le imprese risultano spesso più alti rispetto ad altre aree del mondo. Questo fenomeno si traduce in una difficoltà a mantenere la competitività industriale e a garantire ai cittadini tariffe accessibili. Alla base di questa situazione ci sono diversi fattori, tra cui le politiche energetiche, la dipendenza da forniture estere e le tensioni internazionali che influenzano i mercati delle materie prime energetiche.

Nel corso degli ultimi anni, l’Europa ha cercato di diversificare le sue fonti energetiche per ridurre l’impatto di questi costi. Eppure, il problema non è stato risolto del tutto. Gli effetti della guerra in Ucraina e le limitazioni nelle forniture di gas russo hanno messo l’intero continente sotto pressione, spingendo governi e istituzioni a trovare vie alternative per garantire l’approvvigionamento e spingere verso nuove tecnologie.

Investimenti necessari in reti, interconnessioni e sistemi di stoccaggio

Secondo von der Leyen, l’espansione delle infrastrutture energetiche resta un passaggio imprescindibile per superare la dipendenza e abbassare il costo dell’energia. Le reti di distribuzione devono essere potenziate per accogliere le energie rinnovabili e migliorare la gestione della domanda. Le interconnessioni fra paesi europei vanno intensificate per consentire scambi più fluidi di energia, evitando strozzature e promuovendo una maggiore stabilità.

I sistemi di stoccaggio giocano un ruolo chiave nella gestione dell’energia, soprattutto in vista dell’aumento dell’uso delle fonti rinnovabili che sono intermittenti per natura. Accumulare energia nei momenti di sovrapproduzione permette di utilizzarla quando la domanda è alta o la produzione bassa, rendendo il sistema più affidabile. Investire in queste tecnologie aiuta a ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili e a contenere i prezzi.

Eliminare le importazioni di gas e petrolio russi entro il 2027

L’obiettivo indicato da Ursula von der Leyen è chiaro: entro la fine del 2027, l’Europa deve cessare del tutto di importare gas e petrolio dalla Russia. Questa decisione fa parte della strategia geopolitica ed economica per liberarsi da vincoli che compromettono non solo l’economia ma anche la sicurezza energetica del continente.

Per raggiungere questo traguardo, l’Unione europea sta sviluppando un piano d’azione che punta a diversificare le fonti di approvvigionamento, potenziare le energie rinnovabili, migliorare la capacità di stoccaggio e rafforzare le infrastrutture. Eliminare il legame con i combustibili fossili russi permette inoltre di spingere più velocemente la transizione verso fonti pulite. Von der Leyen ha definito necessario “chiudere il rubinetto” di quelle forniture, ponendo fine a un’era che ha condizionato a lungo l’intera Europa.

Un cammino impegnativo ma necessario

Il cammino non sarà semplice. Servono risorse, coordinamento fra governi e tempi certi. Ma la strada tracciata dall’Unione europea si fonda sulla convinzione che mettere fine alla dipendenza energetica dalla Russia sia indispensabile per proteggere l’economia europea e la sicurezza del continente nei prossimi anni.

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