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Condannato all’ergastolo Bujar Fandaj per l’omicidio di Vanessa Ballan a Treviso

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Il 14 febbraio 2025, la corte d’assise di Treviso ha inflitto la pena dell’ergastolo a Bujar Fandaj, 40 anni, accusato dell’omicidio di Vanessa Ballan, 26 anni, avvenuto il 19 dicembre 2023 nel comune di Riese Pio X . La sentenza arriva dopo un processo che ha ricostruito i fatti con precisione, confermando la responsabilità dell’artigiano di Altivole.

I fatti alla base dell’omicidio di Vanessa Ballan

Vanessa Ballan, cassiera in un supermercato e madre di un bambino di cinque anni, è stata trovata senza vita nella casa dove conviveva con il compagno. Fu proprio lui, tornando a casa la sera del 19 dicembre 2023, a scoprire il corpo della donna, gravemente ferito da numerose coltellate. Dopo pochi giorni, le indagini si concentrarono su Bujar Fandaj, che aveva avuto una relazione con Vanessa, terminata alcuni mesi prima, nell’estate dello stesso anno. La rottura, decisa da Vanessa, non era stata accettata da Fandaj, motivo per cui aumentarono fortemente le tensioni tra i due.

Negli ultimi mesi, la vittima aveva denunciato l’uomo per stalking e revenge porn. In particolare, Fandaj aveva inviato immagini private della relazione clandestina con Vanessa al compagno di lei, creando una situazione di notevole disagio e alimentando il clima di minaccia. Queste denunce sembrarono fermare per un periodo gli atti persecutori che, però, ripresero fino all’epilogo drammatico di dicembre.

L’aggressione e il tentativo di fuga di bujar fandaj

La sera dell’omicidio, Bujar Fandaj forzò una porta finestra per entrare nell’abitazione dove Vanessa viveva con il compagno. L’aggressione fu brutale: l’uomo colpì la giovane con un coltello per almeno otto volte. Dopo l’attacco, Fandaj tentò di fuggire dall’Italia, ma i carabinieri lo arrestarono poche ore dopo nella sua abitazione ad Altivole. Durante l’interrogatorio iniziale, ammise immediatamente le proprie responsabilità, anche se in seguito cercò di negare che il gesto fosse stato premeditato.

Vanessa Ballan era in congedo dal lavoro in attesa del secondo figlio. La sua vita era segnata dall’impegno di madre e lavoratrice impiegata in un’attività di quartiere, mentre la convivenza era turbata dagli episodi di violenza psicologica e violazioni della privacy da parte di Fandaj. L’omicidio ha evidenziato una dinamica di sopraffazione e vendetta legata a relazioni interrotte che degenerano in atti violenti.

Il percorso giudiziario e la condanna per omicidio

Il processo si è svolto a porte chiuse davanti alla corte d’assise di Treviso. La procura ha illustrato le prove raccolte, che confermavano la colpevolezza di Fandaj senza lasciare dubbi. Le testimonianze e le prove materiali hanno mostrato come la violenza fosse il culmine di un’escalation iniziata con il stalking, proseguita con il revenge porn e arrivata all’aggressione fisica mortale. La strategia difensiva dell’imputato ha cercato di minimizzare la premeditazione, ma non è riuscita a convincere i giudici.

La condanna all’ergastolo riflette la gravità dei fatti e il quadro probatorio presentato. La sentenza sottolinea il valore della tutela della vittima e la ferma risposta dell’ordinamento contro crimini di questo tipo. Nelle motivazioni si legge che la volontà di causare la morte è stata accertata in ogni momento dei fatti, anche dopo l’aggressione fisica.

Il caso è seguito con attenzione in tutto il territorio trevigiano. L’omicidio di Vanessa Ballan ha rimesso in luce il problema della violenza nelle relazioni personali e la difficoltà di proteggere concretamente chi denuncia minacce e atti persecutori. Le accuse iniziali di stalking e revenge porn erano arrivate troppo tardi per evitare il peggiore degli epiloghi.

L’arresto e il ruolo delle forze dell’ordine

L’intervento delle forze dell’ordine si è rivelato fondamentale per bloccare Fandaj dopo il delitto. L’arresto avvenuto poche ore dopo l’omicidio ha permesso di mettere un punto fermo, consentendo alla giustizia di svolgere il suo corso. La vicenda resta tristemente esempio delle conseguenze di relazioni finite male quando sfociano in violenza estrema.

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