Il rapporto Invalsi 2025 ha evidenziato un calo nel livello di competenza in lingua italiana degli studenti al termine del percorso scolastico obbligatorio. Solo poco più della metà degli studenti riesce a raggiungere il livello 3, considerato in linea con gli standard nazionali. Questo dato rappresenta un decremento di quasi 5 punti percentuali rispetto all’anno precedente, un segnale che mette in luce difficoltà sempre più accentuate nel campo delle competenze linguistiche di base.
Dati preoccupanti dal rapporto invalsi 2025 sulla competenza in italiano
Il rapporto pubblicato dall’Invalsi mostra come il 51,7% degli studenti abbia superato il cosiddetto livello 3 in italiano, la soglia minima prevista dalle linee guida nazionali. Questo risultato segna un calo del 4,8% rispetto al 2024. La fotografia che emerge riguarda quasi metà degli studenti con difficoltà a utilizzare la lingua italiana in modo adeguato, ciò compromette la capacità di comprendere testi complessi o redigere testi coerenti.
Il commento di andrea cangini
Andrea Cangini, direttore dell’Osservatorio Carta, Penna & Digitale della Fondazione Luigi Einaudi, ha commentato questi dati sottolineando la gravità del fenomeno e invitando a un’attenzione maggiore sulle cause che possono aver portato a questo andamento peggiore rispetto agli anni passati. “Questo trend negativo fa riflettere sulle metodologie di insegnamento e sulle abitudini di apprendimento degli studenti italiani.”
Cause individuate: meno pratica di scrittura a mano e lettura su carta
Tra le motivazioni emerse per il calo delle competenze in italiano spicca la ridotta pratica della scrittura a mano, specie in corsivo, e la diminuita lettura di testi su carta. Queste attività, secondo diversi studi nazionali e internazionali, sono fondamentali per lo sviluppo dei processi cognitivi legati alla lingua scritta. La scarsa abitudine a queste pratiche potrebbe, quindi, incidere negativamente sulle capacità linguistiche di base.
Il ruolo del ministero dell’istruzione secondo cangini
Andrea Cangini ha evidenziato come il ministero dell’Istruzione sia già sensibile a questi temi, ma ha anche invitato il ministro Valditara a intensificare gli sforzi per contrastare questa tendenza. “L’attenzione a pratiche tradizionali come la scrittura manuale e la lettura cartacea potrebbe rappresentare una strada per migliorare l’apprendimento e rafforzare la familiarità con la lingua italiana.”
Competenze digitali e ruolo del ministero dell’istruzione
Il rapporto Invalsi sottolinea che le competenze digitali, pur importanti, non possono sostituire quelle di base come la lettura e la scrittura tradizionale. Questo punto è stato ribadito da Cangini, che condivide l’idea che occorra un impegno doppio: accogliere l’innovazione e le sfide attuali legate al digitale, senza però abbandonare i fondamenti del percorso educativo.
Un equilibrio necessario
Il ministero dell’Istruzione, di fronte a questi risultati, deve bilanciare l’integrazione degli strumenti digitali con le attività che consolidano le capacità fondamentali. L’approccio suggerito dal rapporto invita a considerare l’educazione come un processo articolato, dove strumenti moderni e metodi tradizionali possono coesistere per sostenere lo sviluppo completo degli studenti.
Il quadro che si presenta è complesso e richiede attenzione da parte dei decisori politici e degli operatori scolastici per invertire il calo emerso nella competenza in italiano. Adottare strategie che enfatizzino la scrittura e la lettura tradizionale potrebbe rappresentare un passo importante per migliorare risultati e capacità future degli studenti.