Gli avvocati degli studi Arnone e Giancastro, rappresentanti di alcuni giovani militanti di Avanguardia Torino, hanno ribadito il loro totale rifiuto delle accuse formulate dalla Direzione Distrettuale Antimafia del Piemonte e dai carabinieri del Ros. Le ipotesi contestate riguardano l’esaltazione del fascismo, ma secondo la difesa mancano elementi concreti e rilevanti a supporto di queste accuse, considerate infondate e basate più su supposizioni che su fatti giuridici.
La posizione degli avvocati sulla controversia
Gli avvocati hanno sottolineato che, al momento, dagli atti disponibili non emergono comportamenti che possano essere considerati penalmente rilevanti o offensivi in senso giuridico. Hanno criticato quella che definiscono una sproporzione nell’attenzione mediatica e nelle azioni investigative che, a loro giudizio, non trova giustificazioni nel contesto legale.
Secondo il loro punto di vista, i giovani coinvolti hanno sempre agito nell’ambito del diritto fondamentale alla libertà di manifestare il proprio pensiero, diritto protetto dalla Costituzione italiana. C’è dunque la fiducia che una valutazione più attenta e priva di pregiudizi riesca a dimostrare l’estraneità totale degli assistiti rispetto alle imputazioni mosse.
Le possibili azioni legali a tutela dei diritti degli indagati
Nel comunicato diffuso, gli studi Giancastro e Arnone hanno assicurato di essere impegnati nello studio di possibili iniziative a tutela dell’onore e dei diritti dei loro assistiti. Il riferimento riguarda anche la verifica di eventuali violazioni delle garanzie fondamentali, nonché un possibile squilibrio tra le attività investigative condotte e la salvaguardia delle libertà individuali.
Questa presa di posizione fa emergere non solo una volontà di difesa dell’integrità personale dei militanti, ma anche la necessità di controllare che le indagini non compromettano diritti costituzionali. I legali mostrano particolare attenzione verso la proporzionalità degli strumenti utilizzati dagli inquirenti.
Contesto dell’inchiesta e reazioni degli indagati
L’indagine condotta dalla Dda del Piemonte, assieme ai carabinieri del Ros, si è concentrata sugli esponenti di Avanguardia Torino, gruppo giovanile attivo nel panorama politico locale. Le accuse di esaltazione del fascismo si fondano su presunte attività e comportamenti che, a detta degli investigatori, supererebbero i limiti consentiti dalla legge.
Gli indagati, assistiti dai legali, hanno preso posizione per sottolineare la loro estraneità rispetto agli addebiti, evidenziando la volontà di collaborare al fine di chiarire ogni aspetto. Il caso è seguito con attenzione, sia dagli organi di informazione che dagli osservatori in ambito politico, dati i riflessi sulle libertà civili e sulla gestione dell’ordine pubblico.
Sviluppi futuri e preparazione della difesa
Alla luce degli sviluppi, le prossime settimane saranno decisive per stabilire l’impatto reale delle indagini e per definire meglio i contorni delle responsabilità eventualmente attribuibili. Nel frattempo, la difesa si prepara a contrastare le accuse con ogni strumento legale necessario.