Il clima del pianeta mostra segnali chiari di peggioramento, con temperature globali in salita e un innalzamento del livello del mare che accelera. I dati raccolti nel 2024 confermano un aumento termico di 1,5°C rispetto all’epoca preindustriale, mentre la superficie marina ha guadagnato circa 26 millimetri negli ultimi cinque anni. Queste variazioni si collegano direttamente alle emissioni di gas serra provocate dall’uomo e alle trasformazioni ambientali derivate dall’uso del suolo.
Aumento della temperatura globale: un segnale inequivocabile
Nel 2024 la temperatura media superficiale terrestre ha raggiunto un incremento di 1,5°C rispetto ai valori medi dell’epoca preindustriale. Questo dato risulta dalla combinazione di misure dirette e modellistiche raccolte da diverse agenzie internazionali ed è ampliamente attribuito alle attività antropogeniche. In particolare, circa 1,36°C dell’aumento sono legati alle emissioni generate da servizi, industrie, trasporti e pratiche agricole.
Ritmo accelerato del riscaldamento
Il tasso di crescita del riscaldamento globale si è intensificato negli ultimi anni. Negli anni Ottanta, il ritmo era più basso, ma dal 2012 ad oggi è praticamente raddoppiato, a causa soprattutto dell’incremento dei gas serra in atmosfera. Il rapporto 2024 del gruppo di scienziati che hanno collaborato per “Indicators of Global Climate Change” evidenzia questa accelerazione. “Ciò indica che le misure finora adottate in ambito internazionale e nazionale non hanno rallentato la tendenza al surriscaldamento.”
Le conseguenze riguardano fenomeni meteorologici più estremi e la perdita progressiva di ecosistemi vulnerabili. Nel medio termine, un simile aumento medio porterà cambiamenti irreversibili negli habitat terrestri e marini, con pesanti ripercussioni sulle comunità umane e sugli equilibri naturali.
Innalzamento del livello del mare: un fenomeno che si accelera
L’altezza media delle acque oceaniche presenta un aumento significativo. Dal 2019 al 2024, la crescita è stata di circa 26 millimetri, circa 4,3 mm all’anno. Questo valore supera di molto i tassi osservati nel corso del XX secolo, che si attestavano attorno a 1,8 millimetri per anno. L’innalzamento è causato soprattutto dallo scioglimento dei ghiacciai polari e montani e dall’espansione termica provocata dal riscaldamento delle acque.
Rischi per le zone costiere
L’accelerazione di questo processo rappresenta un rischio concreto per molte zone costiere densamente popolate nel mondo. Le infrastrutture, le attività economiche, così come le popolazioni che vivono vicino alla costa affrontano un pericolo crescente di inondazioni e di erosione del terreno. I cambiamenti nello schema delle precipitazioni terrestri, introdotti come nuovo indicatore nel rapporto di quest’anno, forniscono dettagli sul circolo idrico alterato, che contribuisce a situazioni di siccità o di precipitazioni intense.
La rapidità con cui si muove l’innalzamento del mare suggerisce che l’adattamento urbanistico e le politiche di protezione devono intervenire con urgenza, per minimizzare danni e perdite.
Cause umane dietro le emissioni di gas serra e il declino ambientale
Le emissioni di CO2 e altri gas responsabili dell’effetto serra derivano principalmente dalla combustione di combustibili fossili e dalla deforestazione. L’ultimo decennio mostra un rilascio medio di 53 miliardi di tonnellate di anidride carbonica in atmosfera ogni anno. Questa quantità mantiene un bilancio energetico terrestre squilibrato, accumulando calore trattenuto nell’atmosfera e nelle masse d’acqua.
Non sono diminuite neanche le emissioni provenienti dal trasporto aereo internazionale: dopo un calo durante la pandemia di Covid-19, sono tornate ai livelli pre-Covid già entro il 2024. “Questo sottolinea la difficoltà di diminuire alcune fonti di inquinamento globale, nonostante le consapevolezze diffuse.”
Le alterazioni del suolo causate dalla deforestazione operano in parallelo, contribuendo a ridurre la capacità degli ecosistemi terrestri di catturare CO2. L’uso del territorio in modo insostenibile peggiora il quadro, facendo aumentare le emissioni indirette e riducendo le risorse naturali per contrastare il riscaldamento.
L’impatto delle azioni e le politiche sul clima oggi
Il confronto tra il rapporto 2024 e quello del 2021 dell’IPCC evidenzia un peggioramento, con temperature in crescita e livelli del mare a ritmi più veloci. Le misure finora adottate dalla comunità internazionale non hanno invertito la tendenza. Le emissioni continuano a salire, mentre l’effetto serra si rafforza.
Le proposte condivise per mitigare i danni indicano la necessità di accelerare la sostituzione di fonti energetiche fossili con rinnovabili e di adottare pratiche più attente alla gestione del suolo. La volontà di ridurre l’impatto climatico deve tradursi in interventi concreti che incidano sulle emissioni di gas serra e sul modo di sfruttare le risorse naturali.
“In caso contrario, le conseguenze dei cambiamenti climatici rischiano di aggravarsi, con conseguenze dirette su grandi aree geografiche e intere popolazioni.” Il processo di adattamento e mitigazione richiede scelte precise e un impegno costante, inevitabile per limitare danni futuri e proteggere il pianeta.