Il sesto rapporto sulla situazione dello Stato di diritto in Ungheria, pubblicato dalla Commissione Europea nel 2025, mette in luce una realtà preoccupante. Il paese continua a occupare la maglia nera in questo ambito, con un quadro che non solo evidenzia la mancanza di progressi, ma anche un deterioramento in settori cruciali. La Commissione ha emesso otto raccomandazioni nei confronti del governo di Budapest, segnalando la necessità di interventi urgenti.
Lotta alla corruzione
Uno dei temi più critici affrontati nel rapporto riguarda la lotta contro la corruzione ad alto livello. Negli ultimi anni, l’Ungheria ha registrato un incremento delle segnalazioni relative a pratiche corruttive, sia nel settore pubblico che privato. Le misure adottate dal governo non sono state sufficienti a contrastare questo problema endemico, che rappresenta un serio ostacolo per la trasparenza e il buon funzionamento delle istituzioni democratiche.
Riforma del lobbismo e indipendenza dei media
Un altro aspetto fondamentale evidenziato dalla Commissione è la necessità di una riforma del lobbismo. L’assenza di regolamentazioni efficaci ha permesso pratiche opache e favoritismi, rendendo difficile per i cittadini monitorare le influenze esterne sulle decisioni politiche. La Commissione ha raccomandato che l’Ungheria adotti norme chiare riguardo al lobbismo, ma finora non si sono registrati progressi significativi.
Inoltre, la situazione dell’indipendenza dei media è allarmante. I media del servizio pubblico sono stati soggetti a pressioni politiche, con una crescente concentrazione del potere nelle mani del governo. Ciò ha portato a una scarsa pluralità di voci, limitando la libertà di espressione e il diritto dei cittadini a ricevere informazioni imparziali.
Spazio civico e reazioni del governo
Un altro punto critico è la promozione di uno spazio civico sicuro. Le misure repressive contro le organizzazioni non governative e i gruppi di attivisti hanno creato un clima di paura e sfiducia. Le restrizioni imposte alle attività delle ONG hanno compromesso la capacità della società civile di operare e di contribuire al dibattito pubblico. La Commissione ha chiesto un impegno concreto per garantire che queste organizzazioni possano lavorare senza interferenze.
Nonostante il quadro negativo, il rapporto ha evidenziato un unico “progresso significativo”: l’aumento della remunerazione dei giudici, adeguata agli standard europei. Tuttavia, questo sviluppo è considerato insufficiente rispetto alle gravi lacune presenti nel sistema giudiziario e nella protezione dei diritti fondamentali.
Negli ultimi anni, il governo ungherese ha ricevuto numerosi avvertimenti riguardanti il rispetto dello Stato di diritto, ma ha spesso risposto con una retorica nazionalista. Questa posizione ha portato a un crescente isolamento dell’Ungheria all’interno dell’Unione Europea, con ripercussioni politiche ed economiche.
La situazione in Ungheria rappresenta una sfida non solo per il paese, ma anche per l’intera Unione Europea. Le tensioni interne e le divisioni tra gli Stati membri complicano la ricerca di un consenso su come affrontare questa crisi. Mentre alcuni cittadini sostengono le politiche del governo, altri esprimono preoccupazione per la direzione autoritaria del paese, come dimostrano le manifestazioni in difesa della democrazia e dei diritti umani.
In conclusione, il futuro dello Stato di diritto in Ungheria rimane incerto, e le raccomandazioni della Commissione Europea continuano a essere inascoltate. La sfida per l’Unione Europea è quella di mantenere un equilibrio tra il rispetto della sovranità nazionale e la difesa dei valori fondamentali su cui è fondata.