Il pronto soccorso dell’ospedale Madonna del Soccorso a San Benedetto del Tronto ha vissuto una notte di grande pressione. Appena dopo la mezzanotte, sono arrivati 37 pazienti contemporaneamente, una situazione che ha richiesto un’azione rapida e coordinata tra le strutture sanitarie locali. In questo articolo si ricostruisce l’episodio e le risposte messe in campo per gestire il picco di presenze.
Il picco di afflusso notturno e le condizioni dei pazienti
Nella notte tra il 23 e il 24 giugno 2025, il pronto soccorso ha visto l’arrivo di 37 persone in poco tempo. Di queste, 12 erano già state prese in carico, mentre 25 attendevano ancora la visita medica. La maggior parte dei casi non richiedeva interventi urgenti: non è stato registrato alcun codice rosso, ma otto persone presentavano codice arancione, 17 codici azzurri, 11 verdi e un bianco.
Le diagnosi iniziali indicavano prevalentemente traumi lievi, dolori diffusi e astenia, cioè una sensazione di stanchezza e debolezza. Questi codici e sintomi spingono generalmente a differenziare la priorità degli interventi, con i codici arancioni che richiedono attenzione entro breve tempo, mentre gli azzurri, verdi e bianchi indicano casi meno gravi.
L’anomalia del flusso di pazienti era evidente già dal pomeriggio precedente. Nonostante l’attivazione di una terza sala dedicata ai codici minori, il numero di accessi ha superato le previsioni, generando momenti di difficoltà nella gestione delle cure immediate.
Le misure adottate per fronteggiare il sovraffollamento
Di fronte alla situazione critica, il medico di turno ha deciso di attivare subito il protocollo di primo livello per il sovraffollamento. Questa procedura coinvolge la direzione medica e prevede una serie di interventi mirati per contenere l’impatto sull’organizzazione e garantire l’assistenza ai pazienti.
Tra le azioni messe in campo, si è data priorità all’aumento del numero di barelle disponibili per accogliere gli arrivi. Questo ha permesso di gestire più persone contemporaneamente all’interno del pronto soccorso.
Per evitare ulteriori sovraccarichi, gli operatori sanitari hanno diretto i pazienti con codici meno urgenti verso il pronto soccorso dell’ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno. Il coordinamento con il servizio di emergenza 118 è stato essenziale per spostare in modo sicuro e rapido parte del carico assistenziale.
La collaborazione tra i due ospedali ha contribuito a ridurre la pressione nelle prime ore della notte; così, la situazione è tornata sotto controllo entro le 4 del mattino.
Le reazioni dei vertici sanitari e l’importanza della gestione tempestiva
Il direttore generale dell’Azienda sanitaria territoriale di Ascoli Piceno, Antonello Maraldo, ha voluto ringraziare pubblicamente medici e infermieri per la risposta pronta e coordinata. Ha evidenziato come l’esperienza acquisita servirà anche per affrontare i futuri picchi estivi, che secondo le previsioni potrebbero vedere un aumento delle visite.
La dottoressa Giuseppina Petrelli, a capo dell’unità operativa complessa del pronto soccorso di San Benedetto, ha aggiunto che il flusso anomalo dei pazienti era già iniziato nel pomeriggio, a conferma di un fenomeno prevedibile ma difficile da controllare.
Petrelli ha ricordato che il pronto soccorso resta sempre aperto ma deve essere usato soprattutto per emergenze vere e urgenti. Questo messaggio si rivolge alla cittadinanza con l’obiettivo di migliorare l’accesso e la qualità del servizio.
Gli operatori sanitari, con grande impegno, hanno completato le operazioni di controllo in una situazione che ha richiesto forza e rapidità. Il dialogo tra ospedali e la pianificazione degli interventi sono serviti a limitare disagi e ritardi per i pazienti coinvolti.