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Proteste in serbia: scontri tra studenti e polizia durante blocchi stradali in diverse città

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In serbia continuano le agitazioni degli studenti che chiedono elezioni anticipate e la liberazione di alcuni manifestanti arrestati in proteste recenti. La situazione ha visto la notte scorsa diversi episodi di tensione e scontri con le forze dell’ordine nelle principali città del paese, generando interventi della polizia e numerosi fermi.

Interventi delle forze dell’ordine e misure adottate

Durante le notti di protesta, polizia e altre forze dell’ordine hanno identificato più di 800 persone coinvolte nelle agitazioni e fermato 18 manifestanti per interrogatori. Gli arresti si sono concentrati sulle accuse di disturbo della quiete pubblica e violazione delle normative sulla libera circolazione. Le operazioni più rilevanti sono state registrate nelle città di Belgrado, Novi Sad e Uzice, dove gli agenti hanno svolto un’attività capillare per ristabilire l’ordine.

Il ministero dell’interno ha precisato che le azioni dei manifestanti durante i blocchi stradali non rientrano nella categoria di protesta pacifica e rappresentano invece una violazione delle leggi vigenti. Sono state quindi annunciate misure severe nei confronti di chi ha partecipato agli scontri, comprese sanzioni amministrative e procedimenti penali, in modo da dissuadere il ripetersi di episodi simili.

Agitazioni studentesche e richieste principali delle proteste

Gli studenti in diverse città serbe hanno organizzato blocchi stradali per chiedere elezioni anticipate e la scarcerazione dei loro colleghi arrestati durante precedenti manifestazioni. Le presenze nei cortei e nelle postazioni di blocco sono state consistenti, riflettendo un crescente malcontento nei confronti del governo. Le manifestazioni si sono concentrate soprattutto a Belgrado, dove la mobilitazione è più ampia, ma hanno coinvolto anche Novi Sad e Uzice.

Il movimento degli studenti rivendica principalmente un cambiamento politico attraverso il voto anticipato e la difesa dei diritti degli arrestati durante le proteste. La decisione di paralizzare alcune arterie stradali e centri urbani intende mettere pressione alle autorità, ma ha scatenato una risposta immediata delle forze dell’ordine, in particolare per i disagi causati alla circolazione e all’ordine pubblico.

Le dichiarazioni del ministro dell’interno ivica dacic

Ivica Dacic, ministro dell’interno serbo, ha pronunciato parole ferme contro i blocchi organizzati dagli studenti. Durante una comunicazione ufficiale, ha invitato a interrompere immediatamente le azioni di blocco, spiegando che “tali comportamenti configurano un reato e non una forma lecita di protesta.” Ha sottolineato l’impegno dello Stato a garantire il rispetto delle norme e ha chiarito che “non saranno tollerati disordini che ledono la sicurezza pubblica e la libera circolazione.”

Nonostante l’appello, i manifestanti hanno continuato le mobilitazioni. La situazione resta tesa, e nuove azioni di blocco sono previste per le prossime ore a Belgrado e in altre aree del Paese. Le autorità mantengono alta la vigilanza per evitare ulteriori escalation.

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