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Proteste dei minatori in perù bloccano vie principali e mettono a rischio rifornimenti nel sud

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Manifestazioni di minatori artigianali hanno fermato il traffico su sette strade fondamentali in diverse regioni del Perù. Il blocco, durato già tre giorni, nasce dalla protesta contro un decreto governativo che ha escluso oltre 50.000 minatori dal registro ufficiale di formalizzazione mineraria, noto come reinfo. Questi disordini compromettono il passaggio delle merci e influenzano direttamente il rifornimento di beni essenziali nelle aree coinvolte.

Contesto e causa delle proteste dei minatori artigianali

Le manifestazioni sono state organizzate dalla confederazione nazionale Confemin, un gruppo che rappresenta i minatori artigianali esclusi dal reinfo. Questa esclusione impedisce a migliaia di minatori di registrare la propria attività in modo ufficiale, limitandone l’accesso a benefici e norme tutelari. Il decreto governativo che ha portato a questa situazione ha scatenato la mobilitazione, proprio perché molti lavoratori ritengono di essere stati ingiustamente esclusi da un sistema che dovrebbe regolare e supportare il loro lavoro.

Il ruolo del reinfo nel settore minerario

Il reinfo, pensato per regolarizzare le attività minerarie artigianali in tutto il Perù, è uno strumento essenziale per chi opera in questo settore. La sua funzione principale è tenere un registro completo dei minatori abilitati, così da garantire migliori condizioni e prevenire attività illegali o dannose. L’esclusione di una cifra così elevata di minatori ha provocato infatti un senso di marginalizzazione e ha acceso il conflitto tra governo e lavoratori.

Aree interessate dal blocco stradale e impatto sul traffico

Secondo il Sutran, la sovrintendenza peruviana che monitora i trasporti terrestri, le regioni maggiormente coinvolte sono La Libertad, Cusco, Ica e Arequipa. Tra le vie bloccate figurano tratti importanti della Panamericana Sud e delle strade della Sierra, due arterie cruciali per il trasporto di merci e persone. Queste strade collegano il sud del Perù con il resto del paese, svolgendo un ruolo chiave nella logistica nazionale.

Conseguenze sui trasporti

Il blocco ha bloccato il passaggio di camion che trasportano prodotti di vario tipo, inclusi alimenti freschi e beni deperibili. Anche gli autobus interprovinciali hanno subito forti rallentamenti e cancellazioni. I disagi causati da questo stato di blocco si fanno sentire non solo a livello locale, ma su scala regionale, compromettendo la circolazione di merci e persone.

Conseguenze sulla distribuzione di beni essenziali e rischi per la popolazione

Carlos Magno Salas, presidente della confederazione peruviana dei sindacati dei trasporti di merci pesanti, ha descritto la gravità della situazione al quotidiano Diario Correo. Secondo Salas, “un’ulteriore prolungamento dei blocchi potrebbe portare a una mancanza di gas in tutto il sud del paese.” Questo fenomeno, se si verificasse, metterebbe a rischio il normale svolgimento delle attività quotidiane e avrebbe un impatto immediato sulla qualità della vita dei cittadini.

Salas ha sottolineato, inoltre, il deterioramento degli alimenti freschi e dei prodotti deperibili, bloccati nei camion a causa del traffico paralizzato. Il rallentamento nei trasporti sta già causando scorte insufficienti nei mercati e nei negozi, facendo aumentare le preoccupazioni su possibili carenze alimentari. La richiesta principale è la rapida riapertura delle vie di comunicazione per ripristinare la circolazione e permettere una distribuzione regolare delle merci.

Pressione sulle autorità

La situazione ha messo in allarme le autorità locali e nazionali, chiamate a trovare una soluzione rapida per evitare escalation più gravi e un’ulteriore tensione sociale. Gli effetti del blocco non si limitano al settore minerario, ma si riflettono sull’intera economia delle regioni interessate, aumentando la pressione su un sistema già fragile.

Le proteste dei minatori nel Perù mostrano l’intreccio complesso tra questioni di lavoro, regolamentazioni governative e impatti sulla vita quotidiana dei cittadini. La tensione rimane alta e la pressione per una mediazione cresce. Nel frattempo, le principali vie di comunicazione restano chiuse, complicando il passaggio di merci e persone nel sud del paese.

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