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Imprese più ottimiste, ma il 32% teme ancora i dazi secondo Bankitalia

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Imprese più ottimiste, ma il 32% teme ancora i dazi secondo Bankitalia
Imprese più ottimiste, ma il 32% teme ancora i dazi secondo Bankitalia
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Nel secondo trimestre del 2023, un’indagine condotta dalla Banca d’Italia ha rivelato un cambiamento significativo nel sentiment delle imprese italiane riguardo alla situazione economica generale. Sebbene i giudizi delle aziende rimangano complessivamente sfavorevoli, il saldo negativo tra le valutazioni di miglioramento e peggioramento si è ridotto in modo sensibile. Questa evoluzione fa sperare in un possibile recupero della fiducia da parte degli imprenditori italiani, che per la prima volta dopo tre trimestri hanno visto tornare le prospettive sull’andamento della domanda corrente in territorio positivo. Questo miglioramento è principalmente attribuito alla ripresa della domanda interna, che sta iniziando a sostenere l’economia nazionale.

Tuttavia, nonostante questo rinnovato ottimismo, i timori per il futuro rimangono rilevanti. Infatti, il 32% delle imprese manifatturiere e il 12% di quelle del settore dei servizi hanno segnalato preoccupazioni legate agli effetti negativi degli annunci e dell’applicazione dei dazi imposti dagli Stati Uniti. Questi timori si inseriscono in un contesto internazionale complesso, dove le tensioni commerciali e le politiche protezionistiche possono influenzare notevolmente le dinamiche di mercato e la competitività delle imprese italiane.

il sentiment delle imprese italiane

L’indagine di Bankitalia, realizzata su un campione di aziende con più di 50 dipendenti, mette in luce non solo il clima di incertezza, ma anche l’importanza di monitorare le aspettative economiche. Le aziende, da sempre barometri sensibili dell’economia, mostrano una bipolarità di sentiment: da un lato, la speranza di una ripresa sostenuta dalla domanda interna; dall’altro, le preoccupazioni per le dinamiche internazionali che potrebbero ostacolare questo processo.

Un altro aspetto interessante emerso dall’analisi della Banca d’Italia è l’importanza della Centrale Rischi, un sistema che raccoglie e gestisce le informazioni sui clienti riguardo ai prestiti. Grazie a questa struttura, è stato possibile calcolare un risparmio annuale di circa 1 miliardo di euro per le imprese, derivante dalla riduzione del costo del credito. L’analisi evidenzia che, dopo l’inclusione nella base dati della Centrale Rischi, il costo del credito per le aziende è diminuito mediamente tra i 21 e i 40 punti base nei trimestri successivi. Questa stima, considerata conservativa poiché non include i finanziamenti alle famiglie, dimostra come strumenti di trasparenza e di gestione del rischio possano tradursi in benefici tangibili per il sistema economico.

il ruolo della centrale rischi

La Centrale Rischi, istituita negli anni ’60 e gestita dalla Banca d’Italia, gioca un ruolo cruciale nel garantire l’affidabilità creditizia delle imprese e delle famiglie. Ogni mese, le banche segnalano alla Centrale i crediti di importo superiore ai 30.000 euro, mentre per i crediti in sofferenza la soglia si riduce a 250 euro. Questo sistema consente alle banche di avere accesso a una storia creditizia dettagliata dei loro clienti, migliorando la valutazione del rischio e facilitando l’erogazione di prestiti a condizioni più favorevoli.

È importante sottolineare che la Centrale Rischi non solo offre vantaggi alle banche, ma soprattutto alle aziende meritevoli, che rappresentano oltre il 95% delle famiglie e delle imprese censite. Questo sistema di monitoraggio e di condivisione delle informazioni è essenziale per garantire una sana gestione del credito e per sostenere le aziende che puntano a investire e crescere.

sfide e opportunità per le imprese italiane

In questo scenario, le imprese italiane devono affrontare sfide significative, tra cui l’adattamento alle nuove normative commerciali internazionali e l’evoluzione delle dinamiche di mercato. La crescente interconnessione dell’economia globale richiede alle aziende di essere flessibili e pronte a rispondere alle variazioni, non solo del mercato interno, ma anche delle relazioni internazionali.

Inoltre, le preoccupazioni legate ai dazi statunitensi evidenziano come le politiche commerciali siano in continua evoluzione e come le aziende debbano essere pronte a rispondere a queste sfide. La capacità di adattarsi a un contesto economico in rapido cambiamento sarà fondamentale per il futuro delle imprese italiane. La resilienza e l’innovazione saranno le chiavi per affrontare le incertezze economiche e per cogliere le opportunità che potrebbero emergere nel panorama commerciale globale.

Il cambiamento dell’umore tra le imprese italiane, sebbene incoraggiante, deve essere accompagnato da politiche economiche che supportino la crescita e la competitività. La strada verso una piena ripresa è ancora lunga e richiede un impegno collettivo da parte di tutti gli attori economici, dalle istituzioni alle imprese, per costruire un futuro più solido e prospero.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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