L’annuncio della chiusura dei principali enti pubblici responsabili della viabilità e della sicurezza nei trasporti ha acceso nuove tensioni in argentina. Il governo guidato da javier milei ha deciso di dissolvere questi organismi, scatenando la reazione del sindacato maggiore dei lavoratori pubblici, Ate, che segnala rischi concreti per migliaia di dipendenti e per la gestione delle infrastrutture stradali nazionali.
Mobilitazioni e reazioni in tutto il paese
Per esprimere il proprio dissenso, Ate ha convocato per oggi manifestazioni davanti alle sedi locali di vialidad nacional in molte città argentine. Le proteste si inseriscono in un contesto già segnato da tensioni per la chiusura recente di altri due enti pubblici autarchici di rilievo, l’inta e l’inti .
Questi scioperi e presidi testimoniano un malcontento diffuso tra i lavoratori statali, che vedono mettere a rischio la stabilità occupazionale e la qualità dei servizi offerti. Non si limitano a una protesta sindacale ma riflettono una preoccupazione più ampia riguardo alla politica di ridimensionamento delle strutture pubbliche avviata dal governo.
Le piazze diventano così luoghi di opposizione visibile a decisioni che incidono sulla vita professionale di migliaia di persone e su settori strategici come l’agricoltura e l’industria, in un momento in cui l’argentina affronta anche altre sfide economiche e sociali.
Dissoluzione degli enti pubblici e conseguenze sul personale
Il governo milei ha ufficializzato l’intenzione di chiudere due enti fondamentali per il controllo e il mantenimento delle strade nazionali. Ate denuncia che questa decisione mette a rischio il posto di lavoro di più di 5.000 dipendenti. Questi lavoratori si trovano infatti in una situazione di grave incertezza, senza garanzie sulle condizioni future del loro impiego.
La dissoluzione di queste agenzie comporta peraltro un trasferimento delle responsabilità alla gendarmeria nazionale, che dovrà occuparsi della supervisione di oltre 40.000 chilometri di arterie stradali. Il sindacato sottolinea come questo spostamento possa compromettere la qualità del monitoraggio e della manutenzione delle infrastrutture, visto che la gendarmeria non ha competenze specifiche nel settore.
La prospettiva di gestione militare su compiti civili suscita preoccupazioni anche su un piano operativo, poiché la gendarmeria ha missioni diverse e strutture organizzative diverse rispetto agli enti che verranno sciolti.
Il bilancio dei licenziamenti e i tagli nella pubblica amministrazione
I provvedimenti di ristrutturazione e chiusura degli enti pubblici fanno parte di un piano di tagli annunciato dal presidente milei, che ha adottato l’immagine di una motosega per rappresentare il processo di smantellamento della macchina statale.
Secondo i dati ufficiali, dal gennaio 2024 a giugno 2025 oltre 42.000 impiegati pubblici sono stati licenziati o non visti confermare in servizio. Questo numero rappresenta un calo consistente della forza lavoro nella pubblica amministrazione rispetto a periodi precedenti.
Il governo giustifica questi interventi con la necessità di ridurre la spesa pubblica e rendere più snella l’amministrazione, ma la strategia sta creando tensioni tra le parti sociali e alimenta timori sulla capacità dello stato di garantire servizi essenziali.
Impatti sociali e politici dei licenziamenti
Il numero elevato di posti di lavoro persi nell’arco di pochi mesi ha anche un impatto sulle famiglie e sulle comunità locali dove lavoravano questi dipendenti, portando a disagi e proteste che si riflettono nel clima politico nazionale.
Il ridimensionamento degli enti pubblici e i licenziamenti rappresentano così una delle sfide più significative per l’amministrazione attuale, al centro di un acceso dibattito tra governo, sindacati e parti sociali.