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Il governo dell’est della Libia respinge la delegazione europea arrivata a Bengasi senza autorizzazioni

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La visita di una delegazione composta da rappresentanti europei è stata bloccata dalle autorità dell’est della Libia, che hanno negato l’ingresso a Bengasi. Tra i membri della delegazione figuravano ministri chiave, coinvolti in tematiche migratorie e di sicurezza, ma le procedure diplomatiche previste dal governo locale non sono state rispettate. Questo episodio sottolinea la complessità della frammentazione politica libica e le difficoltà nelle relazioni internazionali nel paese.

La composizione della delegazione e la sua missione

La delegazione europea era formata dal commissario Ue alle migrazioni e dai ministri degli Interni di Grecia, Malta e Italia, incluso Matteo Piantedosi. Questi rappresentanti avevano l’obiettivo di discutere questioni legate al controllo delle frontiere, alla gestione dei flussi migratori e alla cooperazione tra Unione Europea e Libia. La scelta di incontrare direttamente le autorità libiche si inserisce nel tentativo di affrontare le emergenze legate alla migrazione irregolare nel Mediterraneo centrale, tema centrale nelle agende di molti paesi europei.

Opposizione e mancato riconoscimento

L’esito del viaggio tuttavia è stato ostacolato dall’opposizione del governo dell’est libico, che non ha riconosciuto la legittimità della delegazione e ha rifiutato la visita motivando una violazione delle procedure diplomatiche. L’episodio mette in evidenza la difficoltà nel dialogo con una Libia divisa tra Tripoli e Bengasi, dove esistono governi paralleli e tensioni istituzionali persistenti.

Le motivazioni ufficiali del governo dell’est e l’impatto diplomatico

Secondo un comunicato diffuso dall’agenzia AFP, le autorità regionali dell’est hanno respinto i ministri europei con la motivazione ufficiale di un “mancato rispetto delle procedure di ingresso e soggiorno dei diplomatici stranieri stabilite dal governo libico”. Al momento dell’arrivo, i membri della delegazione sono stati informati dell’obbligo di lasciare il territorio libico in qualità di “persone non grate”. Questa comunicazione ufficiale riflette la riluttanza del governo parallelo a concedere accessi non concordati e tenta di affermare il controllo su decisioni di politica estera nel territorio di sua competenza.

Conseguenze sulle relazioni internazionali

La decisione di respingere ministro e commissari europei può produrre tensioni nelle relazioni internazionali. Rappresenta un segno delle frizioni interne nel paese, complicando ulteriormente il lavoro diplomatico e la cooperazione sul fronte migratorio. L’episodio offre uno spaccato sulle difficoltà della situazione libica attuale e sugli ostacoli che gli Stati europei incontrano quando tentano di operare in una nazione divisa e instabile.

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