Schiaparelli ha dato il via alla settimana dell’alta moda di Parigi con una collezione che unisce riferimenti storici a tagli e tecniche moderne. Il direttore creativo Daniel Roseberry ha scelto di ripartire dal 1940, anno in cui la fondatrice Elsa Schiaparelli lasciò la capitale francese diretta a New York. Quell’istante rappresenta la chiusura di un capitolo fondamentale della moda, in cui la maison ha avuto un ruolo primario nel rinnovare la visione del vestire femminile, intersecandola con l’arte.
L’eredità di elsa schiaparelli e le origini di una rivoluzione nella moda
Nel corso dei venti anni precedenti al 1940, la moda aveva subito innovazioni profonde grazie all’opera di due figure chiave: Coco Chanel ed Elsa Schiaparelli. Chanel rivoluzionò l’abbigliamento femminile liberando il corpo dal corsetto e adottando il jersey, un tessuto più comodo e funzionale. Schiaparelli, invece, sfidava i confini tra arte e moda. Per lei, un abito poteva diventare molto più di un indumento: era un medium capace di dialogare con le correnti artistiche e di portare in scena nuove idee attraverso forme e materiali. Il suo lavoro aprì una strada inedita che fece cambiare le aspettative verso la moda stessa, trasformandola in un’espressione culturale oltre che estetica.
La partenza di Elsa Schiaparelli da Parigi nel giugno 1940 simboleggiò la fine di quell’epoca e segnò la transizione tra il periodo d’oro della maison e una nuova fase che Roseberry ha voluto interpretare oggi dalla sua prospettiva.
L’interpretazione contemporanea dei codici schiaparelli
La collezione presentata quest’anno propone una rilettura dei simboli e degli elementi che hanno reso celebre Schiaparelli, adattandoli alla sensibilità contemporanea. Gli archivi di questa maison diventano fonti da cui trarre linee e dettagli reinterpretati per risultare al tempo stesso classici e innovativi.
Roseberry evita il ritorno ai corsetti storici, sostituendoli con linee che modellano vita e fianchi in modo naturale, mantenendo l’eleganza senza costringere. Tra i dettagli più emblematici c’è la trasformazione dell’iconico buco della serratura. In questa versione la caratteristica apertura nei vestiti si declina in ceramica, una scelta che aggiunge materia e peso a un elemento simbolico.
Le giacche proposte ricordano la “giacca Elsa” originale, con spalle marcate che richiamano l’estetica degli archivi, progettate in tessuti di lana preziosi e con tagli che esaltano strutture e volumi. Le gonne al ginocchio accompagnano gli abiti da sera, spesso tagliati in sbieco per conferire movimento e fluidità.
I capi simbolo e l’artigianato che trasforma la moda in installazione
Un punto di forza della collezione risiede nei capi più iconici, come il mantello Apollo. Questo pezzo, che in origine rappresentava fantasia e teatralità, è stato rivisitato in chiave contemporanea come una cascata di bijoux. Composto da tre strati di decorazioni in metallo galvanizzato e diamanti, si presenta con colori che variano dal nero al canna di fucile fino all’argento satinato. Il risultato è un oggetto che unisce luce e materia, trasformando l’abito in un’installazione visiva e tattile, capace di sorprendere e trattenere lo sguardo.
Le tecniche di ricamo applicate su giacche e abiti amplificano il valore artigianale. Fili d’argento e neri iridescenti danno profondità e movimento alle superfici, rivelano un lavoro meticoloso e un’attenzione ai dettagli tipica delle maison d’alta moda. La rivisitazione degli stili del passato in quest’ottica rende la collezione Schiaparelli un ponte tra tradizione e innovazione, che stimola riflessioni sull’evoluzione del vestire femminile e il ruolo dell’arte nel design.
Un dialogo tra passato e presente nella capitale francese
Questa collezione apre nuovi punti di vista sul modo di far dialogare passato e presente, nella cornice della capitale francese che continua a dettare le tendenze più alte della moda mondiale.