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Ministro agricoltura ue contro legge anti deforestazione su paesi a rischio basso

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La possibile modifica delle norme europee contro la deforestazione solleva nuove tensioni tra i governi dell’Unione europea. Almeno 18 ministri dell’agricoltura hanno scritto alla Commissione europea per chiedere di escludere i paesi a basso rischio deforestazione dall’applicazione della legge. Questo intervento avviene a pochi mesi dall’entrata in vigore del regolamento, che mira a ridurre la distruzione delle foreste legata alle importazioni di prodotti agricoli.

La legge europea contro la deforestazione e il suo impatto previsto

L’Unione europea ha introdotto la prima legislazione al mondo volta a fermare la deforestazione legata ai prodotti importati sul suo mercato. Prevista per entrare in vigore tra dicembre 2025 e metà 2026, la legge impone alle aziende che distribuiscono alimenti come soia, carne di manzo e olio di palma di dimostrare che le materie prime non derivino da territori deforestati illegalmente. Il regolamento si applicherà sin dal 30 dicembre 2025 a medie e grandi imprese, mentre le aziende più piccole avranno tempo fino a giugno 2026 per adeguarsi.

L’obiettivo si concentra su circa il 10% della deforestazione globale, attribuibile al consumo europeo di questi prodotti. La scelta nasce dalla crescente attenzione verso le conseguenze ambientali correlate al peggioramento climatico mondiale. L’iniziativa punta a imporre maggiore trasparenza nelle filiere produttive e a frenare il disagio ambientale causato dall’espansione agricola incontrollata nei paesi terzi.

La resistenza dei paesi europei e le richieste di modifiche

In vista dell’applicazione, diversi governi europei hanno espresso contrarietà alle norme, definendole troppo rigide, specialmente per i produttori comunitari. Almeno 18 ministri dell’agricoltura di Stati membri, tra cui Italia, Austria, Polonia e Svezia, hanno scritto alla Commissione Ue chiedendo di escludere dall’obbligo i paesi classificati come a basso rischio di deforestazione. Inoltre, rivendicano un rinvio e una semplificazione della normativa per evitare “svantaggi competitivi” per le imprese europee.

Il documento avanzato chiede di posticipare ulteriormente la data di entrata in vigore, permettendo una revisione più approfondita delle regole. A questo appello si aggiungono anche aziende come Mondelez, che pur appoggiano il fine della legge, sottolineano come le condizioni attuali risultino difficili da rispettare senza causare impatti negativi alle attività industriali.

Le critiche del wwf e le preoccupazioni ambientali

Il WWF ha risposto alle richieste dei paesi criticando duramente l’intenzione di alleggerire gli obblighi amministrativi. L’organizzazione ambientale sostiene che questa pressione rappresenta un tentativo di ostacolare una delle normative più rilevanti dal punto di vista ambientale nell’Unione, prima ancora che venga implementata. Secondo il WWF, l’affermazione sull’eccessivo carico per piccoli agricoltori è infondata, dato che tutti i paesi europei appartengono alla categoria a basso rischio deforestazione e quindi affrontano oneri ridotti.

L’attenzione della comunità ecologista rimane alta a fronte dei continui effetti del riscaldamento globale, con la deforestazione che resta una delle cause principali. Le normative europee cercano di contenere questo problema legandolo direttamente al mercato comunitario e ai flussi commerciali con paesi esteri. Ogni intoppo o ritardo nell’applicazione preoccupa chi lavora per difendere l’ambiente a livello internazionale.

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