Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha lanciato un appello forte contro il negazionismo e l’unilateralismo che secondo lui stanno minando i progressi ambientali raggiunti finora. A margine del vertice dei Brics, dedicato ai temi ambientali e della salute, Lula ha sottolineato la necessità di affrontare con responsabilità la crisi climatica in vista della conferenza Cop30. La sua analisi si concentra sulle difficoltà economiche e politiche che ostacolano una transizione sostenibile soprattutto nei paesi in via di sviluppo.
La crisi climatica accelera con effetti drammatici sull’ambiente globale
Durante l’intervento al vertice tenutosi negli ultimi giorni, Lula ha descritto un quadro inquietante del riscaldamento globale, ben più rapido delle previsioni. Ha evidenziato come la foresta amazzonica, il polmone verde cruciale per il pianeta, stia avvicinandosi a un punto di non ritorno, con danni irreversibili. La condizione degli oceani, definiti “in stato febbrile”, riflette la pressione continua sugli ecosistemi marini provocata dall’aumento delle temperature e dall’inquinamento. Questi segnali allarmanti mettono in discussione la capacità globale di contenere le conseguenze più gravi dei cambiamenti climatici.
Impegni internazionali insufficienti
Lula ha richiamato l’attenzione sull’Accordo di Parigi firmato dieci anni fa, sottolineando come, nonostante gli impegni presi, manchino le risorse necessarie per attuare una transizione energetica giusta e pianificata. La scarsità di fondi rallenta le azioni concrete utili a ridurre le emissioni e a preparare le popolazioni più vulnerabili ai cambiamenti in corso. Il presidente brasiliano ha puntato il dito contro i limiti delle politiche ambientali attuali e ha chiesto un impegno maggiore da parte della comunità internazionale.
Impatti sociali ed economici più pesanti per i paesi in via di sviluppo
Il discorso di Lula ha posto in rilievo come le nazioni in via di sviluppo siano quelle che rischiano di più, a causa delle perdite materiali e dei danni provocati dal clima impazzito. Questi paesi dispongono di minori risorse finanziarie per gestire sia la mitigazione del problema che l’adattamento alle nuove condizioni. La giustizia climatica, secondo il presidente brasiliano, deve tradursi in azioni concrete che affrontino la fame e le disuguaglianze ambientali e sociali. Proteggere, conservare e ripristinare territori degradati non rappresenta solo una priorità ambientale, ma anche un’opportunità per migliorare la vita delle comunità locali e delle popolazioni indigene.
Temi sociali e ambientali intrecciati
Lula ha messo l’accento su temi sociali intrecciati alla salvaguardia ambientale, come la creazione di posti di lavoro dignitosi, l’uguaglianza di genere e la lotta al razzismo. Questi obiettivi, ha spiegato, devono essere parte integrante delle strategie per un cambiamento sostenibile. I problemi ambientali e quelli sociali si influenzano a vicenda in modo stretto e ogni tentativo di rispondere alla crisi climatica deve tenerne conto.
Strategie per una transizione energetica e impegni finanziari richiesti
Nel corso del vertice Lula ha richiamato l’importanza di incrementare drasticamente l’uso di energie rinnovabili, suggerendo di triplicare la capacità attuale e di raddoppiare l’efficienza energetica. Il passaggio dai combustibili fossili a modelli che non prevedano deforestazione richiede una pianificazione precisa e l’impegno finanziario necessario per essere realizzato. Il presidente brasiliano ha citato una somma stimata di 1,3 trilioni di dollari come fondi indispensabili per attuare questa transizione, evidenziando come i 300 miliardi garantiti alla COP29 in Azerbaigian siano solo una parte di quanto serve.
Investimenti e priorità regionali
La disponibilità economica per interventi su larga scala viene vista da Lula come un fattore decisivo per evitare il collasso degli ecosistemi e per costruire un modello di sviluppo che rispetti l’ambiente. Questi investimenti dovrebbero concentrare l’attenzione sulle regioni più esposte alle conseguenze del cambiamento climatico, spesso caratterizzate da povertà e fragilità. Senza un supporto finanziario adeguato, ritardi e ostacoli rischiano di aumentare.
Il ruolo del sud globale nella definizione di un nuovo modello di sviluppo
Il presidente brasiliano ha sottolineato come il Sud globale possa diventare protagonista di un modello di crescita alternativo, senza riproporre gli errori compiuti nei decenni passati. Questo nuovo paradigma dovrebbe integrare politiche ambientali e sociali in modo equilibrato, promuovendo la sostenibilità e la giustizia. Lula ha indicato nei paesi in via di sviluppo un potenziale guida per cambiare rotta, con l’attenzione principale alla protezione degli ecosistemi e al miglioramento delle condizioni di vita.
Il messaggio dal vertice dei Brics riflette una consapevolezza crescente sulle fragilità del sistema attuale, ma anche sulla necessità di una partecipazione globale che non lasci indietro le nazioni più vulnerabili. Il confronto tra paesi diversi, spesso lontani per storia e risorse, è fondamentale per rafforzare azioni comuni contro la crisi climatica e sociale. Le dichiarazioni di Lula rilanciano così un appello al mondo intero a sostenere queste cause con impegno concreto.