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Brics, iran e la questione israelo-palestinese: riserve sulla soluzione a due stati proposta nel vertice

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Il recente vertice dei Brics ha affrontato temi di geopolitica globale, tra cui il conflitto israelo-palestinese. La dichiarazione finale ha incluso un richiamo a una soluzione a due Stati, ma la posizione iraniana si è contrapposta nettamente a questa proposta. Abbas Araghchi, ministro degli Esteri iraniano, ha esplicitato le riserve di Teheran e ha sottolineato alternative ritenute più giuste dal suo governo.

La posizione di iran sulla soluzione a due stati nella dichiarazione finale dei brics

Durante il vertice, la bozza della dichiarazione ha proposto di risolvere il conflitto israelo-palestinese attraverso la creazione di due Stati distinti, uno israeliano e uno palestinese. Abbas Araghchi è intervenuto per manifestare una forte opposizione a questa linea, definita inadeguata dalla Repubblica islamica. In un messaggio pubblicato sul suo canale Telegram, il ministro ha riferito che l’iran esprime riserve significative nei confronti della formulazione inserita nel documento finale, che rappresenta l’accordo dei leader dei Brics.

Documento ufficiale di disaccordo

Teheran ha annunciato che comunicherà ufficialmente il suo disaccordo tramite un documento indirizzato al presidente del gruppo. La critica iraniana si concentra sulla percezione che la soluzione a due Stati non affronti sufficientemente i diritti dei palestinesi. Inoltre, la Repubblica islamica insiste sul fatto che la questione palestinese richieda una gestione differente rispetto a quella proposta nella dichiarazione, sottolineando che il consenso incluso nel testo non sarebbe rappresentativo di tutti i soggetti coinvolti nel territorio.

Attacchi all’iran e critica al dialogo internazionale

Nel corso del dibattito, Araghchi ha voluto ribadire un punto sensibile per la politica estera iraniana. Ha denunciato come recenti attacchi perpetrati contro l’iran abbiano rappresentato, secondo Teheran, una violazione grave della diplomazia internazionale e uno sfregio ai trattati di non proliferazione nucleare. L’iran partecipa infatti all’accordo che limita l’uso della tecnologia nucleare esclusivamente a fini pacifici.

La denuncia di abbassare la fiducia tra stati

Il ministro degli Esteri ha sottolineato che questi attacchi ledono il principio di sicurezza nazionale e la fiducia tra Stati, minando ogni possibilità di dialogo e negoziazione. La denuncia iraniana è stata esplicitata in un contesto più ampio che mira a rivedere i rapporti di forza internazionali, con l’obiettivo di porre Teheran al centro di un confronto che prenda in considerazione la sua posizione politica e strategica.

Un referendum come alternativa proposta dall’iran per risolvere la questione palestinese

Araghchi ha poi sviluppato un’alternativa concreta alla soluzione a due Stati diffusa nel documento finale dei Brics. Ha affermato che l’iran propende per una soluzione che coinvolga un referendum con la partecipazione diretta di tutti gli abitanti originari dei territori contesi. Questo includerebbe non solo palestinesi e israeliani, ma anche ebrei, cristiani e musulmani residenti nella regione.

Principi di rappresentanza e giustizia

Secondo Teheran, questa strada si basa su principi di rappresentanza e giustizia, permettendo a ogni comunità di esprimere la propria volontà e partecipare alle decisioni sul futuro di quella terra. Araghchi ha definito questa proposta una risposta realistico-politica, non utopistica o impraticabile, e si è detto disposto a discuterne in sedi internazionali idonee.

Pressioni iraniane durante i negoziati sulla dichiarazione finale dei brics

Il processo di stesura della dichiarazione finale ha visto la delegazione iraniana premere affinché il testo contenesse una condanna più netta degli attacchi a Israele, attribuiti soprattutto agli Stati Uniti. Secondo fonti vicine al vertice, l’iran ha richiesto di esplicitare una critica severa ai bombardamenti subiti da Israele, sostenendo che questo punto fosse assente o troppo edulcorato nell’originale proposta.

Tensioni interne al gruppo brics

Questa posizione ha creato tensioni nei negoziati, dato che altri Paesi che partecipano ai Brics hanno privilegiato un approccio più equilibrato, evitando di schierarsi apertamente sull’aspetto militare del conflitto. L’atteggiamento iraniano ha mostrato come il gruppo Brics non sia monolitico, ma soggetto a forti differenze interne soprattutto su questioni così delicate come il Medio Oriente.

Il vertice di aprile 2025 segna quindi un momento di confronto non solo tra Paesi emergenti e potenze mondiali, ma anche tra interpretazioni molto diverse delle crisi internazionali, con l’iran che mantiene una linea rigida e alternativa rispetto alle posizioni prevalenti della comunità internazionale.

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