Un episodio di grave tensione è scoppiato il 5 luglio all’interno del carcere di prato. Un gruppo di detenuti ha causato disordini, incendiando lenzuola e danneggiando strutture, mentre gli agenti della polizia penitenziaria sono intervenuti per sedare la rivolta senza feriti. A emergere sono dettagli sull’accaduto e le condizioni dell’istituto, già sotto osservazione per criticità organizzative e logistiche.
La dinamica della rivolta: barricata, incendi e tentativi di fuga
Tra i detenuti della prima sezione detentiva è esplosa una ribellione nel pomeriggio del 5 luglio. Secondo quanto riferito dal sindacato autonomo di polizia penitenziaria , gli internati hanno isolato la zona barricandosi all’interno, divellendo porte blindate e finestre. Alcuni hanno appiccato il fuoco a lenzuola e bombolette di gas. Sono stati usati oggetti contundenti, come spranghe, per tentare l’effrazione delle serrature delle uscite dalla sezione.
Rischio per la sicurezza
Questo comportamento ha messo a rischio la sicurezza sia del personale che degli altri ristretti nel reparto. Le critiche motivazioni che hanno scatenato la rivolta non sono state specificate, ma le forze in servizio hanno agito prontamente per contenere l’escalation. L’intervento si è rivelato complesso, vista l’aggressività dei detenuti, ma la prontezza di riflessi degli agenti ha impedito conseguenze irreparabili.
Il ruolo della polizia penitenziaria e la gestione delle emergenze
Il segretario regionale del sappe toscana, francesco oliviero, ha elogiato l’azione degli agenti intervenuti sottolineando la loro capacità di mantenere la calma in una situazione di forte criticità. L’operazione ha visto la risposta immediata non solo del personale in servizio, ma anche di agenti fuori turno e di quelli presenti nella struttura, intervenuti senza esitazioni.
I poliziotti hanno bloccato le vie d’uscita, contenendo i rivoltosi dentro la sezione. L’uso di spranghe e ordigni improvvisati avrebbe potuto scatenare una crisi più profonda. Le misure adottate hanno riportato rapidamente l’ordine senza alcun ferito, sia tra gli agenti sia tra i detenuti. Oliviero ha parlato di un intervento caratterizzato da compattezza e precisione, evidenziando il sacrificio del personale che ha rimandato i propri impegni privati per far fronte all’emergenza.
Gravità della situazione al carcere di prato secondo i sindacati penitenziari
Un altro sindacato, osapp, ha descritto la rivolta come particolarmente seria. I detenuti avrebbero usato le brande per sfondare i cancelli e impedire l’accesso degli agenti. All’interno della sezione sono stati causati danni rilevanti: mobili distrutti, blindati danneggiati e oggetti scagliati contro le pareti, compromettendo la funzionalità della struttura.
Segnali di allarme
L’episodio rappresenta un segnale di allarme nel contesto della gestione del carcere di prato. Non è la prima volta che situazioni di questo tipo emergono all’interno di questa casa circondariale, come hanno evidenziato le inchieste della procura locali. Le difficoltà operative si accumulano e le condizioni di sicurezza restano precarie.
Le criticità strutturali e organizzative del carcere di prato
Francesco oliviero ha ribadito che il carcere di prato soffre una carenza cronica di personale. Questa situazione, affiancata dalla pressione costante sul lavoro degli agenti, complicano ulteriormente la gestione quotidiana della struttura. Le risorse attuali non bastano a garantire condizioni di sicurezza adeguate, aumentando la tensione sia dentro che fuori il carcere.
Il sindacalista ha chiesto con urgenza l’aumento di organico e il potenziamento dei mezzi a disposizione del personale per affrontare situazioni simili. Il gruppo di poliziotti ha dimostrato impegno e dedizione ma non può sostenere da solo condizioni precarie e l’intensità di presenza richiesta. L’istituto necessita di interventi concreti per evitare nuovi episodi di disordini.
Situazione critica confermata
I disordini del 5 luglio confermano una situazione critica che interessa il carcere di prato. La gestione dell’ordine resta nelle mani di agenti che continuano a operare con professionalità, ma le difficoltà strutturali rimangono un tema centrale. Il futuro della casa circondariale dipenderà anche dalle risposte che saranno messe in campo per migliorare la condizione dei ristretti e di chi si occupa della loro custodia.