Il foro penal ha aggiornato il numero dei prigionieri politici in venezuela, registrando un incremento a 940 persone detenute fino al 30 giugno 2025. L’organizzazione ha reso pubblico il suo ultimo rapporto, che documenta arresti recenti e sottolinea dettagli sui soggetti coinvolti, tra i quali figurano anche minorenni e stranieri. Parallelamente, le autorità venezuelane mantengono una linea di netta negazione rispetto alla natura politica di queste detenzioni, attribuendo le azioni legali a reati comuni o gravi.
Dati aggiornati sugli arresti politici in venezuela
Secondo i dati più recenti del foro penal, sono sei le nuove detenzioni valutate come politiche nel 2025, portando il totale a 940 prigionieri a metà anno. Di questi, 844 sono uomini e 96 donne. Sono ben quattro gli adolescenti rinchiusi, tutti con un’età compresa tra i 14 e i 17 anni. Accanto ai cittadini venezuelani, vi sono 85 persone di nazionalità straniera. Tra questi, emerge il caso di alberto trentini, cooperante veneto arrestato il 15 novembre 2024 e ancora in custodia.
Un decennio di detenzioni
I dati fanno emergere una costante presenza di detenuti politici da ormai più di un decennio, parte di un quadro ormai consolidato. Il foro penal registra, dal 2014 a oggi, complessivamente 18.430 arresti in questo contesto, mentre la realtà di denuncie e contestazioni continua a dare segnali di una situazione molto tesa e complessa nel paese.
La posizione delle autorità venezuelane sulle detenzioni politiche
Il presidente nicolás maduro e il procuratore generale tarek william saab continuano a respingere l’idea che il venezuela ospiti prigionieri politici. Secondo i vertici governativi, le persone arrestate non sarebbero incarcerate per motivi legati alla dissidenza o all’attività politica, ma per aver commesso reati penali. Tra questi, i funzionari citano accuse gravi come tradimento alla patria e terrorismo, reati che giustificano secondo loro le misure prese.
Scontri sulle interpretazioni
Questa linea di difesa è stata sostenuta in più occasioni e si scontra con le analisi e le denunce di ong e organismi internazionali, che invece attestano la presenza di presi politici in venezuela. Le autorità del paese insistono nell’affermare che l’azione giudiziaria si basa su procedure coerenti con la legge nazionale e che le detenzioni rispondono a esigenze di sicurezza pubblica.
Accuse contro ong e l’ambiente dei diritti umani in venezuela
Nel maggio 2025, diosdado cabello, ministro dell’Interno, della Giustizia e della Pace, ha lanciato accuse dirette contro alcune organizzazioni non governative venezuelane che si occupano di diritti umani e monitoraggio delle carceri. Tra queste, foro penal, medici uniti del venezuela e provea sono state indicate come “coinvolte in strutture terroristiche” durante un intervento in televisione di stato.
Queste dichiarazioni rappresentano un ulteriore elemento di conflittualità rispetto al ruolo di queste ong nel denunciare violazioni dei diritti umani e casi di persecuzione politica nel paese. Le accuse hanno un impatto forte sul lavoro di queste organizzazioni, che operano già in un contesto difficile e con rischi elevati. L’attività di monitoraggio e denuncia, secondo queste ong, mira a proteggere le persone detenute e a fornire informazioni sulla realtà venezuelana a livello internazionale.
Lo scenario attuale dei diritti civili
Con il denunciante scenario delle prigioni politiche e il clima ostile verso le ong, la situazione dei diritti civili resta sotto osservazione da parte di molte realtà esterne, che continuano a segnalarla come una fase impegnativa per la società venezuelana.