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Rider sotto il sole per pochi spicci? Il bonus Glovo accende lo scontro

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Bonus caldo di Glovo: 5 cent a consegna sotto il sole, Cgil furiosa - www.smetteredilavorare.it
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Glovo introduce un bonus per le consegne sotto il sole, ma la Cgil lo definisce un incentivo al rischio. In Piemonte scatta una tutela regionale per i rider durante le ondate di calore.

In piena emergenza climatica, con l’Italia stretta nella morsa dell’afa, scoppia la polemica sul nuovo “bonus caldo” annunciato da Glovo per i propri rider. La piattaforma ha comunicato, via email, che durante i mesi di luglio e agosto sarà applicato un extra economico sulle consegne effettuate con temperature elevate. Una percentuale calcolata sulla tariffa base di circa 2,50 euro, che tradotta in numeri corrisponde a 5, 10 o 20 centesimi in più a seconda della fascia di temperatura raggiunta.

Il bonus verrà riconosciuto solo a settembre, a consegne completate. Un’iniziativa che Glovo descrive come “misura compensativa”, ma che per i sindacati rappresenta una deriva pericolosa. A sollevare critiche è in particolare la NIdiL Cgil, che accusa l’azienda di monetizzare un rischio reale per la salute trasformandolo in leva economica. Una lettera formale è già stata inviata alla piattaforma.

Nel frattempo, anche le istituzioni si muovono: la Regione Piemonte ha scelto di estendere le tutele anti-caldo ai rider, includendoli tra le categorie soggette a sospensione del lavoro in caso di ondate estreme. Il caso riapre la questione della sicurezza sul lavoro nei servizi di gig economy, mentre le temperature continuano a salire.

La protesta del sindacato contro l’extra da 5 a 20 centesimi

Il messaggio è arrivato direttamente nella casella email dei rider: chi effettuerà consegne con temperature superiori ai 32 gradi riceverà un bonus variabile tra il 2% e l’8%. Il sistema è semplice: più il termometro sale, più cresce la percentuale. Nella pratica si tratta di cifre modeste – da un minimo di 5 a un massimo di 20 centesimi a consegna – che però hanno sollevato un allarme tra i rappresentanti dei lavoratori.

A farsi portavoce della protesta è stata la NIdiL Cgil, con un comunicato pubblicato nelle ore successive all’annuncio. Secondo il sindacato, Glovo avrebbe trasmesso un “messaggio pericoloso”, in cui si spinge a lavorare anche in condizioni critiche in cambio di un aumento minimo del compenso. La critica centrale è etica prima ancora che economica: nessun bonus può compensare l’esposizione a rischi ambientali come quelli legati all’afa estrema.

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Bonus caldo di Glovo: 5 cent a consegna sotto il sole, Cgil furiosa – www.smetteredilavorare.it

La Cgil sottolinea come la misura sia stata comunicata senza un confronto preventivo con le parti sociali e in modo unilaterale. Una gestione definita “grave”, tanto da portare all’invio di una richiesta formale di rettifica all’azienda. La proposta è chiara: Glovo dovrebbe sospendere le attività nei giorni classificati come ad “alto rischio” secondo le allerte meteo ufficiali, invece di incentivarle economicamente.

Nel contesto delle ondate di calore sempre più frequenti, il caso evidenzia la fragilità normativa che ancora regola il lavoro in piattaforme digitali, in particolare quello su strada. Il lavoro in condizioni estreme – che si tratti di caldo, freddo o pioggia – resta spesso senza protezioni contrattuali specifiche, affidato alla discrezione delle aziende e alla disponibilità dei singoli lavoratori.

Le reazioni di Glovo e la presa di posizione della Regione Piemonte

La replica di Glovo non si è fatta attendere. L’azienda ha difeso la propria scelta spiegando che il bonus non rappresenta un incentivo, bensì una compensazione automatica. Ogni rider, ha ricordato l’azienda, può decidere se e quando lavorare, anche in presenza di condizioni meteo sfavorevoli. L’intento, afferma Glovo, è quello di riconoscere economicamente il disagio affrontato in estate, senza obbligare nessuno a operare durante le ore più calde.

Ma fuori dalla narrazione aziendale, il dibattito si è già spostato sul piano istituzionale. A prendere una posizione concreta è stata la Regione Piemonte, la prima in Italia a estendere le tutele previste dall’ordinanza anti-caldo anche ai rider. Una scelta annunciata dal presidente Alberto Cirio, che ha definito “prioritaria” la salvaguardia di chi lavora esposto al sole nelle ore più critiche. L’ordinanza già prevedeva limitazioni per cantieri e operatori agricoli, ma da oggi riguarda anche chi effettua consegne in bicicletta o in scooter nelle città.

Una decisione che di fatto legittima le richieste dei sindacati, e apre un nuovo fronte per il confronto nazionale. In assenza di una legge quadro che regolamenti i lavori su piattaforma, le regioni stanno iniziando ad agire per conto proprio. Ma intanto il bonus resta, e anche se basso, può diventare un incentivo implicito, specie per chi vive le consegne come unica fonte di reddito.

Il caso Glovo rilancia così una questione aperta: può un’azienda delegare alla scelta individuale del rider la gestione del rischio ambientale? E soprattutto, può farlo offrendo in cambio solo pochi centesimi?

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