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Cina e unione europea a un passo dall’intesa sui dazi per i veicoli elettrici importati

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Le trattative tra cina e unione europea riguardo ai dazi sulle auto elettriche importate stanno entrando nella fase conclusiva. I media di stato di pechino segnalano che il grosso dei negoziati tecnici è stato completato e che il risultato finale dipende dalla volontà politica di bruxelles. Si tratta di un confronto delicato, che arriva alla vigilia del vertice tra le due parti previsto per il 24 e 25 luglio 2025 a pechino. In questo clima si respingono anche timori di un possibile spostamento degli scambi commerciali dagli stati uniti all’Europa, etichettati come esagerati.

Definizione della fase tecnica delle trattative fra cina e unione europea

I passi avanti nella trattativa sono evidenti soprattutto nella definizione delle questioni tecniche sui dazi. A riferirlo è stato yuyuan tantian, voce collegata al network cctv, che parla di “passo finale” per la risoluzione della questione, lasciato però nelle mani dell’area politica di bruxelles. Già le parti hanno praticamente chiuso la parte relativa ai dettagli tecnici, affrontando temi specifici come le tariffe e i meccanismi legati alla distribuzione del prezzo delle vetture elettriche.

A ottobre 2024 l’ue ha imposto dazi fino al 45,3% contro i veicoli elettrici cinesi, motivando questo provvedimento con la presenza di sostanziosi sussidi statali in favore delle aziende del dragone e costi di produzione inferiori in cina. Su questo punto cade una parte essenziale delle negoziazioni attuali, in cui si cerca una formula che metta d’accordo entrambe le parti senza compromettere gli interessi di bruxelles.

Le fonti cinesi sottolineano che già la componente tecnica è sostanzialmente limata; a mancare sarebbe solo il via libera politico per andare verso un’intesa definitiva. Il clima è di attesa, data l’importanza che il tema assume in vista degli incontri di luglio.

Reazioni di pechino e preoccupazioni europee sui flussi commerciali

Il tema più acceso riguarda la possibilità che i dazi statunitensi spingano le esportazioni cinesi verso l’unione europea, creando una distorsione nei flussi commerciali. Questa ipotesi ha fatto sorgere preoccupazioni tra gli osservatori europei, ansiosi di evitare una crescita troppo rapida e incontrollata delle vetture elettriche importate dalla cina.

Le agenzie di stampa di stato di pechino, come xinhua, hanno definito “grossolanamente esagerati” questi timori, chiarendo che il mercato europeo non rischia di essere sommerso da importazioni cinesi deviate dagli usa. Questo punto viene ribadito con fermezza, per evitare che la disputa degeneri in un conflitto più ampio o investa altri prodotti oltre ai veicoli elettrici.

In aprile, le due parti si erano accordate per discutere un meccanismo che vincolasse i produttori cinesi a prezzi minimi di esportazione, in modo da prevenire qualsiasi eccesso. Questo sistema mira a tenere sotto controllo i prezzi e tutelare i produttori europei da pratiche commerciali scorrette. Non è chiaro però se questo possa bastare a mettere fine alle tensioni economiche in atto.

Il vertice di pechino e i 50 anni di rapporti diplomatici

Il vertice fissato per il 24 e 25 luglio a pechino assume una valenza particolare, perché la cina e l’unione europea festeggeranno i 50 anni di rapporti diplomatici. Lo scambio commerciale sarà al centro del confronto, con particolare attenzione alle questioni che hanno creato attriti negli ultimi tempi.

Una delle contestazioni più frequenti da parte di bruxelles riguarda i sussidi cinesi considerati troppo elevati e le strategie di prezzo che si ritiene alterino la concorrenza leale. Negli ultimi due anni l’unione europea ha avviato diverse indagini e misure restrittive su prodotti e importazioni cinesi, in particolare nei settori tecnologici e automobilistici.

Prospettive in vista del summit e possibili sviluppi commerciali

Questo appuntamento potrà segnare uno snodo importante per definire regole condivise e mettere in chiaro gli assetti commerciali tra le due potenze. Per pechino l’accordo rappresenta un’opportunità per alleggerire i vincoli sui suoi export, mentre bruxelles punta comunque a difendere la propria industria dai rischi di dumping o sovravvalutazione artificiale.

Le mosse delle prossime settimane saranno decisive per capire se la trattativa potrà essere portata a termine prima del summit. Intanto le tensioni si mantengono su un piano contenuto, con le dichiarazioni ufficiali che evitano toni estremi e cercano una soluzione condivisa.

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