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Cape Balder, petroliera dichiarata rottamata, torna a operare vicino alla raffineria di Amuay nel 2025

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La petroliera cape balder, ufficialmente rottamata dal 2022, è stata localizzata nuovamente nelle acque vicine alla raffineria di amuay tra maggio e giugno 2025. L’ong Transparencia Venezuela ha pubblicato un report che mette in luce questa anomalia, inserendola nel contesto di traffici illeciti connessi all’export del petrolio venezuelano.

L’anomalia della cape balder nonostante la rottamazione

La cape balder, una petroliera con capacità di circa 81mila tonnellate di idrocarburi, figura tra le navi protagoniste di un presunto schema illecito legato all’export petrolifero venezuelano. Pur avendo un certificato di rottamazione dal 2022, è stata avvistata più volte tra maggio e giugno 2025 nelle acque vicino alla raffineria di amuay, situata nel Centro di raffinazione del paraguaná. L’inganno attorno a questa nave evidenzia un’attività di fatto contraria a quanto dichiarato ufficialmente, suscitando interrogativi sulle operazioni di carico e trasferimento del greggio in questa zona.

Un punto di vista di Transparencia Venezuela

Transparency Venezuela sottolinea che la cape balder non è una presenza isolata. Nato come mezzo trasporto per grandi quantità di petrolio, il suo ruolo nelle acque venezuelane sta assumendo nuovi contorni che sembrano aggirare le restrizioni internazionali imposte al paese. Questo tipo di movimentazione illegale pesa su un mercato già complesso, dove si intrecciano interessi nazionali e sanzioni esterne.

Lo ship-to-ship, metodo scelto per aggirare le sanzioni internazionali

Il trasferimento di petrolio da nave a nave, chiamato ship-to-ship, è una pratica ampiamente impiegata per nascondere la provenienza reale del greggio durante i trasferimenti in mare aperto. Nel caso della cape balder, questa tecnica si svolge generalmente vicino ai confini delle acque territoriali venezuelane confinanti con aruba e curacao. Qui, la petroliera si ferma in attesa di raccogliere il carico da altre imbarcazioni che trasportano petrolio direttamente dal centro di raffinazione del paraguaná.

Le sanzioni Usa e la tecnica ship-to-ship

Questa prassi è stata adottata per eludere le sanzioni statunitensi dirette verso pdvsa, l’azienda petrolifera venezuelana. Il dipartimento del tesoro Usa ha imposto restrizioni che rendono difficile vendere o esportare petrolio in modo trasparente. Lo ship-to-ship consente di mascherare i movimenti delle navi e di dividere le tappe del trasferimento, limitando così il rischio di controlli e di blocchi.

Va detto che questo metodo di trasferimento non è esclusivo del venezuela, ma si ritrova anche nelle cosiddette “flotte oscure” di stati come russia e iran. Questi paesi si avvalgono della stessa tecnica nelle acque internazionali per spostare petrolio verso mercati dove le sanzioni impediscono una vendita diretta e ufficiale.

Il ruolo della raffineria di amuay e le implicazioni per il mercato petrolifero locale

La raffineria di amuay fa parte di un complesso più ampio, noto come centro di raffinazione del paraguaná, che include anche la raffineria di cardón. Questi impianti rappresentano una delle principali fonti di produzione e distribuzione per il petrolio venezuelano. La presenza della cape balder nelle vicinanze solleva interrogativi sulla gestione del greggio e sulle modalità operative adottate.

Movimenti opachi e tracciabilità incerta

Il ricorso frequente a navi intermediarie e lo sbarco in mare aperto alimentano una rete dove il petrolio sembra transitare senza un tracciamento chiaro. Ciò può incidere sulla tracciabilità delle forniture petrolifere nell’ambito degli scambi internazionali, complicando la lotta contro le attività illegali nella regione.

Questi episodi indicano come la situazione venezuelana rimanga complessa, con operatori che trovano modi per aggirare le restrizioni internazionali. Il caso della cape balder conferma la difficoltà di monitorare i flussi petroliferi in aree dove le norme restano spesso aggirate. Il fenomeno ha una ricaduta diretta sulle dinamiche commerciali e sulle strategie dei paesi interessati dalle sanzioni.

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