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Arresti politici in Venezuela: ultime sei detenzioni e appelli per la liberazione dei giornalisti

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Negli ultimi giorni il Venezuela ha registrato sei nuovi arresti di persone accusate di motivi politici, che hanno portato il totale a 940, secondo i dati aggiornati dell’ong Foro Penal, impegnata nella tutela dei diritti di chi è detenuto. Tra queste persone ci sono 20 giornalisti, una condizione che ha spinto il collegio venezuelano dei giornalisti, il sindacato dei lavoratori della stampa e il circolo dei reporter grafici a chiedere pubblicamente la loro liberazione. All’evento a Caracas hanno partecipato anche rappresentanti della Chiesa cattolica e familiari dei reporter.

Il contesto delle detenzioni politiche in venezuela

L’ong Foro Penal ha reso noto che, nell’ultima settimana, sei persone sono finite in carcere per motivi legati alla loro opposizione politica o all’attività critica verso il governo. Questo aggiornamento porta il numero di detenuti politicamente a 940, una cifra che riflette la persistente repressione nel paese. Il fenomeno non riguarda solo attivisti e politici, ma anche giornalisti e operatori dell’informazione, categoria tra le più a rischio. Molti di questi arresti avvengono senza un giusto processo o con accuse considerate arbitrarie da organizzazioni internazionali per i diritti umani.

Repressione e libertà di stampa

L’opposizione venezuelana e varie realtà internazionali hanno più volte denunciato l’uso della detenzione come strumento per zittire il dissenso. Le condizioni carcerarie in cui vengono trattenuti questi detenuti sono spesso difficili e stigmatizzate. Nel caso specifico degli operatori dell’informazione, l’incarcerazione avviene in un clima di intimidazione che limita la libertà di stampa e l’accesso a un’informazione libera e indipendente. La costante pressione su giornalisti e reporter fotografici contribuisce a mantenere un controllo rigoroso sul racconto degli eventi che accadono nel paese.

La situazione dei giornalisti detenuti e sotto pressione

Il sindacato dei lavoratori della stampa ha fornito dati precisi sul numero di giornalisti sotto attacco: oltre 40 comunicatori sono vittime di molti tipi di persecuzione. Di questi, 20 sono detenuti in carcere, 12 sono agli arresti domiciliari o devono rispettare altre misure cautelari, mentre 8 sono soggetti a interrogatori o con ordini di cattura in corso. Marco Ruiz, segretario generale del Sntp, ha descritto la realtà drammatica del lavoro giornalistico venezuelano, definendolo fatto con “coraggio, impegno e una profonda coscienza civica”.

Le parole di marco ruiz

Ruiz ha puntato il dito contro la repressione, spiegando che “il coraggio dei cronisti è punito con il carcere e l’impegno con la verità è ostacolato da una politica statale che mira a intimidire i giornalisti e censurare le loro notizie”. I casi di detenzione rientrano in questa strategia diretta a limitare le voci critiche e a impedire la diffusione di informazioni scomode per il regime. Questo clima di persecuzione ha un impatto pesante sul lavoro quotidiano di chi racconta la realtà venezuelana, rendendo sempre più difficile esercitare la professione in sicurezza.

L’appello della chiesa cattolica e il richiamo alla memoria dei santi venezuelani

Durante una cerimonia che si è svolta nella casa nazionale dei giornalisti di Caracas, mons. Ovidio Pérez Morales, vescovo della diocesi di Los Teques, è intervenuto a sostegno della liberazione dei giornalisti. Nel suo discorso, ha citato la canonizzazione imminente dei primi santi venezuelani, Madre Carmen Rendiles e José Gregorio Hernández. Monsignor Pérez Morales ha auspicato che queste figure possano ispirare una nuova spinta a favore della libertà e dei diritti di chi è privato della propria libertà, compresi i comunicatori sociali.

Ruolo della chiesa e solidarietà

Questo richiamo alla fede e al ruolo della chiesa è un tentativo di mobilitare la società civile e di mantenere alta l’attenzione sulle condizioni di chi è incarcerato per motivi politici. La presenza della Chiesa cattolica all’evento ha sottolineato la solidarietà con i familiari e i giornalisti detenuti, offrendo un contesto di speranza e unità. In un clima teso come quello venezuelano, le istituzioni religiose spesso assumono un ruolo di mediatori e sostenitori dei diritti fondamentali.

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