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a quasi tre anni dall’omicidio di alice neri a ravarino la comunità saluta la giovane mamma

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Il 18 novembre 2022 alice neri, una donna di 32 anni e madre, venne uccisa nelle campagne di fossa di concordia, un fatto che scosse la comunità di ravarino, modena. Solo ora, dopo quasi tre anni dall’episodio, la famiglia e gli abitanti hanno potuto dare l’ultimo saluto alla vittima. Questo articolo ricostruisce gli eventi recenti legati alle esequie e allo stato del processo, fornendo un quadro completo della vicenda.

La restituzione della salma e la lunga attesa dei familiari

La restituzione del corpo di alice neri è avvenuta dopo mesi di attesa da parte dei suoi cari, che desideravano darle una sepoltura dignitosa. Il via libera è stato concesso dalla presidente della corte d’assise, ester russo, durante la penultima udienza del procedimento. La decisione ha permesso ai familiari di organizzare i funerali, interrompendo così un’attesa carica di sofferenza. Il feretro, coperto da rose bianche e porpora, è stato accolto in maniera solenne dalla comunità locale, con un lungo applauso che ha espresso sentimento e rispetto per la giovane mamma scomparsa.

La restituzione della salma rappresenta un passaggio importante anche per l’aspetto emotivo dell’intera vicenda. Per quasi tre anni, i familiari hanno dovuto convivere con l’assenza di un luogo dove poter onorare la memoria di alice. Questo momento ha quindi un valore simbolico e pratico: chiudere una fase di dolore aperto e permettere una cerimonia in grado di coinvolgere tutta la comunità, unita nel ricordo della vittima.

Le esequie a ravarino e la partecipazione delle autorità

I funerali si sono tenuti in una chiesa gremita nella comunità di ravarino. Tra i presenti, oltre ai familiari e agli amici, anche la pm claudia natalini, titolare delle indagini sul caso, la senatrice del pd vincenza rando, i sindaci di concordia e ravarino, avvocati e numerosi carabinieri coinvolti nel procedimento. La partecipazione delle istituzioni sottolinea l’importanza del caso nel tessuto sociale della zona e l’impegno profuso dalle forze dell’ordine per giungere alla verità.

Durante l’omelia, il parroco mattia maciolek ha definito la vicenda “una tragedia ingiusta”, sottolineando come le risposte sulle cause profonde rimangano elusive. Ha invitato i presenti a proseguire il cammino della vita portando avanti i progetti di alice, nell’attesa di un futuro migliore. Le parole hanno riflettuto il senso di perdita diffuso, ma anche la volontà di mantenere viva la memoria della vittima attraverso l’azione e la solidarietà.

Il momento delle esequie ha avuto una valenza anche simbolica per tutta la comunità di modena e dei paesi limitrofi, segnando una tappa nel processo di elaborazione del lutto e di impegno per la giustizia.

Lo stato del processo e le richieste della pubblica accusa

Il procedimento giudiziario contro l’unico imputato, mohamed gaaloul, 31enne di origine tunisina, prosegue con la sentenza prevista per il 23 luglio 2025. Il pm claudia natalini ha chiesto una condanna a 30 anni di carcere. Il lavoro degli inquirenti si è concentrato sulla ricostruzione dettagliata dei fatti accaduti quella notte tra il 17 e il 18 novembre 2022, circostanza che ha portato all’arresto e all’accusa di omicidio volontario.

La richiesta della pubblica accusa si basa su prove raccolte negli ultimi anni di indagine, che indicano la responsabilità dell’imputato. I passaggi del processo hanno incluso testimonianze, perizie e rilevazioni scientifiche finalizzate a definire con precisione le cause e la dinamica della tragedia. L’esito di questo procedimento sarà determinante per dare una risposta giuridica a una vicenda che ha segnato profondamente non solo la famiglia, ma tutta l’area di modena e concordia.

Un momento atteso dalla comunità

La data della sentenza rappresenta un momento atteso con attenzione da diversi settori della società civile, interessati a vedere applicata la legge in modo rigoroso nei confronti di chi ha tolto la vita a una giovane donna e madre.

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